Ha 2 mln di euro sul conto in banca. Il sindaco-vip gli dà la casa popolare
I crediti non riscossi da Palazzo Marino per la locazione degli immobili di proprietà comunale, a Milano, ammonterebbe a 204 milioni di euro. Lo ha denunciato, ieri pomeriggio, Mattia Calise, consigliere comunale per il Movimento 5 Stelle, nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio. Con tanto di slide e grafici alla mano, infatti, il grillino ha snocciolato dati e numeri dell'«Affittopoli» sotto la Madonnina ottenuti grazie a un semplice accesso al database del Comune. E cioè: sarebbero quasi 23mila i morosi di piazza Duomo e dintorni. Tra questi, ovvio, ci sono quelli «senza colpa», quelli cioè che hanno perso il lavoro e non riescono ad arrivare a fine mese. Ma ci sono anche i furbetti delle case popolari, persone con requisiti sufficientemente alti da non rientrare nelle graduatorie degli aventi diritto e che, invece, vivono nelle palazzine pubbliche. Come il privato che ha dichiarato un'Isee (l'indicatore della situazione economica equivalente) di 76mila euro e che ha pure un patrimonio di 2 milioni in titoli e depositi bancari. O come un'altra persona che abita in una casa popolare di Cologno Monzese con quasi 100mila euro di Isee regolarmente dichiarati al fisco. Ma non solo. Già, perché nel rapporto targato M5S ci sono pure ristoranti e partiti politici. E se i grillini lanciano il sasso e ritraggono la mano (nomi, cioè, non ne fanno per «motivi di privacy»), dalle carte di Calise si scopre che un partito non meglio precisato deve a Palazzo Marino poco più che 30mila euro, nello specifico 30.373,81, per l'affitto di quasi 43 metri quadrati. A suo carico un contratto chiuso nel 2010 e una morosità accumulata emessa due anni dell'importo di 14.900 euro. «Avranno tempo fino al 2017 per saldare il debito», chiarisce Calise. Ancora. Un ristorante del centro ha accumulato debiti per 528mila euro, poi ha aperto un un'altra zona di Milano lasciando, però, un buco di centinaia di euro. Un altro deve al Comune di Milano 247mila euro sull'unghia: eppure i suoi 263 mq tutt'ora in attività. «È scandaloso che nessuno sia andato a vedere le posizioni dei beneficiari delle case popolari», attacca Patrizia Bedori, candidata sindaco a Milano per il Movimento di Grillo: «Vergognoso che queste cose avvengano con una giunta che si professa di sinistra. Noi chiederemo una commissione d'inchiesta, ma cosa fa l'assessorato alla Casa di Palazzo Marino?». E, tirata in causa, risponde il numero uno del Demanio milanese, Daniela Benelli: «Il dato dei 204 milioni è l'arbitraria sommatoria di 5 anni di morosità delle case popolari: i numeri annuali sono sempre stati resi pubblici in sede di bilancio consultivo». Poi spiega: «Con il nuovo gestore, Mm spa, abbiamo già iniziato a verificare le morosità a partire dai redditi più alti: per molte di queste sono già in corso i provvedimenti di decadenza». Circa il partito politico additato dai grillini Palazzo Marino precisa che "ha già lasciato il locale e sottoscritto il piano di rientro: l'immobile occupato è già stato assegnato a un'altra associazione. Da noi nessuna Affittopoli». di Claudia Osmetti