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Milano? Non è Gotham City, ma ci vorrebbe Batman: è allarme-criminalità

Gianluigi Paragone
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«Milano non è Gotham City» ha dichiarato Franco Gabrielli, ex prefetto ed ex capo della polizia chiamato dal sindaco di Milano Beppe Sala per dare una risposta alla rabbia che in città monta. Insomma, non è Gotham, ma meglio giocare la carta dell’uomo forte per far vedere che qualcosa si muove. Gabrielli però non è Batman, perché Batman non aveva paura di entrare nelle zone dove oggi le stesse forze dell’ordine faticano a entrare. E se entrano e fanno il loro dovere poi se li ritrovano nuovamente in giro. Non è solo una questione di percezione di insicurezza, come vogliono darla a bere tutte le volte che non sanno che risposte dare. Oltre la percezione c’è la incertezza del diritto e la certezza di non essere ascoltati. Esposti, lettere, qualche denuncia e... niente, silenzio. «Non cambia nulla e quindi tanto vale farsi i fatti propri», è ciò che i cittadini lamentano. 

A Milano ci sono intere zone della città dove la legge la dettano quelle bande che controllano le vie, i quartieri e pure interi condomini come nella serie “Narcos”. Lo stesso vale per Torino o per Roma o per le altre città metropolitane dove i servizi (dalla scuola ai presidi medici, dai trasporti alle attività commerciali) sono inversamente proporzionale agli arrivi di stranieri, latini o nigeriani, tunisini o cinesi. A Firenze, in quell’albergo dove è sparita la piccola Kata, tutti sapevamo. Nessuno ha agito. 

BARRICATI IN CASA
Se non fossero le telecamere delle solite trasmissioni televisive a far parlare degli alloggi occupati, è difficile che qualcuno dia ascolto. E che dire dell’arroganza di chi vive in appartamenti in otto e li trasforma in un bordello o in una discoteca con musica ad alto volume fino a notte. Loro fanno quel che vogliono e se una spesa va affrontata a livello condominiale, non si può fare: «E quindi mia mamma si ritrova l’acqua in casa perché c’è una perdita dal tetto». E se al mattino ti ritrovi con la macchina con le ruote a terra o con la portiera segnata, a chi vuoi dirlo? Stai zitto, se parli o ti ridono in faccia o - peggio - ti mettono le mani addosso. Gente che bivacca tra bevute di birra e spaccio di droga, risse tra di loro, prove di forza per verificare chi ha la stoffa del capobranco, i parchi sono tendopoli, e potrei proseguire oltre.

I maranza sono arrivati in centro, dove “regnano” i figli della Milano bene, perché mica vogliamo eliminare dall’elenco dei balordi i teppisti autoctoni. Così non passa un weekend senza che si segnalino incidenti, risse, botte e sfide a colpi di coltelli.

FORZA PUBBLICA
Le nostre grandi città non sono Gotham City, ma i cittadini per bene si sono abbondantemente rotti le scatole di dover stare sempre zitti. Nelle cose piccole, come possono essere i furbi che sistematicamente scavalcano i tornelli della metropolitana (e poi a noi che paghiamo correttamente il biglietto, il sindaco Sala regala un puntuale ritocco del costo) o, appunto, per i grandi disordini. «Sono riuscito a portare il migliore che c’è», ha esordito il sindaco Sala evidentemente segnato dalle lamentele sempre più rancorose da parte dei comitati di quartiere. Ma il migliore, cioé Franco Gabrielli, opererà a titolo gratuito. E questa scusate- è la solita colossale fesseria: se per un problema enorme si lavora a titolo gratuito, allora il ruolo non è degno, è una scatola vuota. Milano insegna che i lavori impegnativi si remunerano.

«Non credo ci sia nessuno così presuntuoso da avere ricette salvifiche», ha infatti messo le mani avanti l’ex capo della polizia. Anche qui, non sono d’accordo: non è possibile che a fronte delle solite lamentele, la forza pubblica non sia in grado di dare risposte adeguate. Soprattutto se poi, quella forza, la esercitano i cattivi di Gotham. Fintanto che non arriva Batman, quello vero, quello vestito di nero. (Ops... meglio non dirlo, altrimenti poi dicono che siamo fascisti, vero Capezzone?).

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