Beppe Sala
Qualcuno tempo fa ha scritto su un quotidiano che Giuseppe Sala è uno che prima di aprire bocca studia le pratiche con attenzione certosina, quasi maniacale. Una frase che è tornata subito alla mente quando ieri il sindaco- prima di spiegare al preside del Parini perché sta sbagliando tutto nella gestione dell’occupazione del suo istituto - ha detto di non sapere nulla delle motivazioni dei ragazzi, «non ho avuto tempo di approfondire la pratica».
Il primo cittadino comunque sia emette scomunica contro il dirigente scolastico che dalla finestra ha gridato queste frasi contro chi stava impedendo l’ingresso nelle aule: «Viva la libertà, viva la democrazia, siete degli squadristi, dei fascisti». Uscite reputate eccessive, evidentemente non tanto nel merito, quanto per il metodo: «Definirsi prigioniero politico e dare dei fascisti ai ragazzi mi è sembrato fuori luogo, se vogliamo definirle in maniera benevola, ma sono proprio cose da evitare». Poi la ciliegina: «Le occupazioni ci sono sempre state e sempre ci saranno. Ai ragazzi consiglio di lasciare la scuola come l’hanno trovata».
Fondamentale, invece, fare la figura del politico gggiovane con tre g che vain strada a cantare “bella ciao” con i ragazzi (sì, Sala l’ha fatto tempo fa). Dal nostro minuscolo punto di vista, vorremmo non 1000 ma 100.000 presidi come Massimo Nunzio Barrella. E magari sindaci più saggi di Sala, scarso nell’occuparsi di tappare le buche nell’asfalto, figuriamoci nel gestire adolescenti irrequieti. E pensare che leggendo i fatti di ieri avremmo pensato che nel tritacarne politico non ci sarebbe finito il preside, ma il suo prof, quello che è stato ripreso in un video mentre cercava di forzare il picchetto di fronte alla scuola tirando un’ombrellata. L’unico ad accanirsi su di lui è stato Massimo Gramellini, che l’ha sbatacchiato nella sua rubrica in prima pagina del Corriere: «Un professore che esce dai gangheri esce anche dal suo ruolo». Anche i ragazzi colpiti dall’insegnante hanno minimizzato l’episodio, veramente poca roba, ma la reprimenda indignata è arrivata lo stesso. Una gigantesca ombrellata sulla testa dell’insegnante. E questa sì avrà fatto male. Serviva?