E con le medaglie delle Olimpiadi invernali di Milano Cortina del 2026, cioè domani, come la mettiamo? Ci sarà una verifica prima delle gare, o dopo il rito del podio, per capire se davvero sono d’oro, d’argento e bronzo? E chi farà i controlli? I maestri orafi d’Italia o la Guardia di Finanza? E o i magistrati? Perché a poco più di 80 giorni dai giochi a cinque cerchi, dopo il ricorso presentato alla Consulta da parte della Procura milanese, sollevando la questione di legittimità costituzionale relativamente al decreto con il quale è stato dato il via libera alla Fondazione Milano Cortina, scende in pista anche la Corte dei Conti. Una valanga contabile-giudiziaria, quella messa in moto dalle toghe, che rischia solo d’inceppare la macchina dell’organizzazione, impegnata a rendere l’evento all’altezza delle attese del Paese e del mondo. Nello specifico i magistrati contabili della Corte dei Conti hanno «sollecitato un puntuale aggiornamento dei cronoprogrammi» da parte della società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026, prevista dalla cosiddetta legge olimpica, con il coordinamento interistituzionale anche tra soggetti attuatori (Anas e Rfi) «e un’efficiente programmazione finanziaria, di pari passo con l’avanzamento fisico dei lavori». A poco più di 80 giorni dalla serata inaugurale, in programma allo stadio di San Siro di Milano, una simile richiesta appare quanto mai strumentale, visto che il passaggio è contenuto nella delibera della magistratura contabile che approvala relazione sul Fondo opere infrastrutturali per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. Di fatto la Corte dei Conti solleva perplessità sull’uso dei fondi erogati e sui tempi dei lavori, puntando l’indice sul loro futuro.
Tutto questo a meno di tre mesi dai giochi. Strano, ma vero. Tra i 111 interventi in Lombardia, Veneto, Trentino e Alto Adige, si specifica nel documento, 98 sono a completa copertura finanziaria da concludere entro il 2025 (o oltre, se non indispensabili ai giochi) e solo 3 i lavori stradali, ancora a copertura parziale. La Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei Conti, si legge ancora nella nota, «ha approvato la relazione sul Fondo opere infrastrutturali per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, che analizza l’impiego delle risorse per l’attuazione degli interventi stradali e ferroviari previsti e la verifica del rispetto delle tempistiche entro la data di inizio dei giochi. il Piano complessivo, destinatario dal 2020 di appositi stanziamenti in bilancio, è stato aggiornato nel 2022 a causa del trend inflattivo post-pandemico e dell’aumento dei costi delle materie prime e dei prezzi. Nonostante una solida pianificazione, si legge nell’analisi, già nel primo semestre del 2023 molte opere erano ancora alle fasi iniziali e poche in cantiere, a causa, tra l’altro, di complessità progettuali. «La situazione ha reso necessario, all’inizio del 2024, riorganizzare con legge il sistema della governance e, a settembre 2025, le risultanze sono apparse eterogenee per tipologia di opere». In buona sostanza la Corte dei Conti vuol vederci chiaro sul cosiddetto capitolo degli extracosti (spese aumentate a causa dei materiali provenienti dall’estero o dalle oscillazioni dei mercati) e sul rispetto dei tempi di consegna delle opere. Come se realizzare un’Olimpiade, per giunta invernale, fosse un gioco da ragazzi, fatto con i mattoncini del Lego. Anche se in modo indiretto, a rispondere alla Corte dei Conti ci pensa il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.
«Le Olimpiadi sono un’opportunità sotto il punto di vista sportivo, della promozione internazionale delle nostre valli allo sviluppo infrastrutturale della provincia. Il traguardo è vicino, per questo il mio primo messaggio a tutti gli attori istituzionali, imprenditoriali e sociali di questo territorio è fare il massimo per farci trovare preparati, prima, durante ma soprattutto dopo i giochi», afferma il titolare del dicastero, nel suo intervento, in video collegamento, all’evento organizzato dalla Camera di Commercio di Sondrio. «Come dimostra il caso di Parigi, a livello economico, le Olimpiadi hanno un effetto sul Pil a breve termine stimato dalla Banca di Francia sullo 0,25% ma il vero valore che emerge è se si è capace di capitalizzare sulla eredità dell’evento». Per Giorgetti «i fondi stanziati dal governo, 1,4 miliardi solo per le opere olimpiche in Lombardia, sono destinati a interventi che miglioreranno la vivibilità, l’attrattività della Valtellina e degli altri comuni della Lombardia».