Roma, 30 mar. (Labitalia) - "Nel corso del 2016, è in programma l'apertura di bandi in altre tre aree di crisi industriale, specificatamente quella di Trieste, quella di Merloni (un'area che attiene a due regioni, Marche e Umbria) e quella di Livorno. Stiamo preparando un calendario che sarà diffuso a breve: il 1° giugno aprirà il bando per l'area di crisi di Merloni e nella seconda parte dell'anno anche per le altre due aree". Così Paolo Massimi, responsabile area Sviluppo piccole e medie imprese all'interno della funzione Incentivi e innovazione di Invitalia, parla con Labitalia dei bandi relativi alla legge 181/89 per il rilancio delle aree di crisi industriali. La misura, gestita da Invitala, ricorda, "è un incentivo finalizzato a sostenere le piccole, medie e grandi imprese, che intendono realizzare investimenti atti a rilanciare aree di crisi industriale". "Attualmente, sono aperti i bandi relativi alle prime due aree di crisi industriale complessa, che sono quelle di Rieti e di Piombino, per le quali abbiamo già ricevuto delle domande che dovrebbero consentire di realizzare anche nuova occupazione per circa 190 addetti nell'area di Rieti e per 180 nell'area di Piombino", spiega. "Complessivamente, la dotazione finanziaria a disposizione per le cinque aree - aggiunge - è di circa 90 milioni di euro: nelle due aree di crisi già aperte ammonta, rispettivamente, a 10 milioni di euro per Rieti e 20 milioni per Piombino, mentre nelle altre tre ci saranno circa 35 milioni per Merloni (ai 26 milioni di dotazione originaria se ne potranno aggiungere altri 9 per il possibile finanziamento di specifici progetti) e 25 milioni per Trieste e Livorno". "La legge 181 - prosegue Massimi - si rivolge alle piccole, medie e grandi imprese già esistenti, che intendono ubicarsi nei territori individuati come aree di crisi industriali, realizzando nuove unità produttive per nuovi programmi di investimento volti specificatamente a rilanciare l'area. Quindi, è in funzione delle specificità delle aree di crisi che l'investimento deve essere poi conformato e sviluppato". Invitalia è il soggetto gestore: valuta i progetti di investimento, eroga le agevolazioni e monitora l’avanzamento dei programmi di investimento e tutta la procedura si svolge on line. "Chi vuole presentare una domanda - spiega - ha a disposizione sul nostro sito tutti i format per poter scaricare il modello, per poter redigere il business plan e accedere allo strumento tramite una piattaforma informatica". E Invitalia si muove in sinergia con le istituzioni locali: "Le Regioni sono al nostro fianco - assicura - sia per individuare i territori dove è opportuno ubicare i programmi di investimento sia per fare attività promozionale e di sostegno prima dell'apertura dei bandi, perché per noi questo deve essere visto come uno strumento che deve essere al servizio delle specificità regionali. Quindi, l'impegno delle Regioni insieme al nostro deve essere messo a fattor comune per il buon esito di questi programmi di investimento". "Il programma di investimento - aggiunge Massimi - deve avere un taglio non inferiore a un milione e mezzo di piano di spesa, mentre non c'è un limite superiore. Le forme di incentivo che Invitalia mette a disposizione sono quelle classiche di contributo a fondo perduto e finanziamento agevolato. La somma delle due forme di agevolazione non può superare il 75% del programma di investimento esposto. Quindi l'impegno dell'imprenditore è quanto meno pari al 25% non coperto dalle agevolazioni". I programmi di investimento ammissibili sono relativi a nuove unità produttive o ampliamenti finalizzati alla produzione di beni e servizi, tutela ambientale, innovazione dell’organizzazione. Devono prevedere un incremento occupazionale da realizzarsi entro 12 mesi dal termine egli investimenti. Attività ammissibili sono: estrazione di minerali da cave e miniere, manifatturiere; produzione di energia; servizi alle imprese; turistiche. Le spese devono, quindi, riguardare: investimenti produttivi, tutela ambientale, innovazione dell’organizzazione.