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Vittorio Feltri, la vera differenza tra fott*** e fare l'amore: cosa non vogliono ammettere le donne

Gino Coala
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Cara Elisabetta, avrebbe dovuto risponderti Gianluca Veneziani, ma io gli rubo il mestiere per dirti che i tuoi conversati sono antiquati, fuori dal tempo e dalla logica. Parli ancora del Sessantotto come se avesse cambiato il mondo, quando invece si è limitato a spacciare per verità rivoluzionarie delle scemenze sconfinate. Leggi anche: "Ma che c*** di pari opportunità sarebbe questa?". Feltri da ovazione: ciò che nessuno dice sulle donne Ricordi lo slogan più idiota del mondo: "L' utero è mio e lo gestisco io". E gestiscilo come ti garba, cosa vuoi che mi importi delle tue viscere? Fanne ciò che credi. Scopa quanto ti pare con chi desideri e non rompere l' anima con il tuo apparato riproduttivo, di cui me ne infischio. Uomini e donne, da che mondo è mondo, si accoppiano a loro piacimento. Dove è il problema? Personalmente non ho mai obbligato una signora a venire a letto col sottoscritto. Nessuno può costringere una fanciulla a giacere con un maschio. Se lei ci sta sono cavoli suoi. Si vede che gradisce. Termini come fottere evocano un concetto simile alla truffa, all' inganno. In realtà, se una donna decide di fare l' amore con qualcuno è perché ne ha voglia. Ogni altra considerazione non ha senso. Il vittimismo femminile in questo campo è infondato: i due generi sono uguali in tutto, istinti sessuali inclusi. Non capisco dove siano le differenze. Lui è arrapato? Lo può essere anche lei. E se si accordano per soddisfarsi non c' è contenzioso. Per riprendere Veneziani, chi se ne frega se due ne fanno di tutti i colori? Quanto alla decisione di abortire, ovvio che siano maggiormente le ragazze a preoccuparsene, per un semplice motivo: sono loro e non i giovanotti a essere gravide, benché le responsabilità dell' evento siano bilaterali. Se io fossi una lei, prima di darla al primo che passa, mi preoccuperei di garantirmi contro il rischio di avere un bimbo non desiderato. Tornando al Sessantotto, ti segnalo che il preservativo esisteva già negli anni Cinquanta, non è una conquista dei rivoluzionari da salotto che hanno timbrato l' evoluzione fasulla dalla sinistra. Il matrimonio, l' amore sacro predicato dalle nostre madri, e dalle nonne, sono arnesi retorici che servono all' ex gentil sesso per giustificare la propria stupidità che gli imponeva di sottomettersi ad un maschilismo sciatto e prepotente in cambio di un mantenimento, secondo schemi sociali dell' epoca. L' educazione familiare del tempo favoriva una sorta di schiavismo che schiacciava le mogli e le amanti, peggio per costoro che non si ribellarono facendosi valere. Tu sei stata capace di essere autonoma? Brava. Fatti tuoi. Gli uteri continuano a essere uteri e sfornano ancora pargoletti. E alcune madame sono convinte, poverette, che essi siano un mezzo per evitare di lavorare. Faccio comunque notare che le donne italiane sono le più istruite e scolarizzate del pianeta. Quindi in grado di rivaleggiare con gli uomini e di superarli in competenze professionali: non hanno bisogno di un cazzo per prevalere. Il resto è lagna. di Vittorio Feltri Caro Gianluca Veneziani, ti considero - e non credo di essere la sola - una delle firme migliori di Libero, perché non scrivi senza cognizione di causa né a ruota libera quello che pensano tutti, ma sempre in modo colto, documentato. Come il tuo pezzo di lunedì 7 gennaio - «Me ne frego» - è una dichiarazione d' amore. Ma, leggendolo, mi hai fatta infuriare quando sostieni che il Sessantotto sia stata «l' età degli egoismi collettivi, del soddisfacimento dei piaceri e dei profitti individuali, in nome dell' egoismo e dell' edonismo di massa», connotata da «slogan quanto mai menefreghisti come "l' utero è mio e lo gestisco io"». E concludi il ragionamento: «Il Sessantotto si ridusse a tre imperativi categorici: Fotti, fotti il prossimo e fottitene». Tu fai un po' di confusione tra il fottere e il fare all' amore, tra il Sessantotto, che portò la libertà di amare, e gli anni Ottanta, che affermarono il primato dell' egoismo trasformando l' edonismo in mero piacere del profitto. Le case chiuse erano chiuse da tempo ma la prostituzione divenne il nuovo metodo, non solo femminile, per affermarsi nel lavoro. Se poi la libertà di amare sia degenerata nel sesso di gruppo, questo è dipeso non dall' etica individuale ma dalla psicopatia collettiva, che è la malattia di chi è privo d' anima. La malattia del secolo, l' unica che dona benessere a chi ne soffre. Tu confondi l' edonismo con l' egoismo, il piacere con il profitto. Se così fosse sarei la più ricca del mondo, invece ho soltanto molto amato. Da quanto affermi, sembra che tu non sappia niente delle donne e scriva per sentito dire. Secondo te, è menefreghista una donna che afferma: «L' utero è mio e me lo gestisco io». Offendi tutte le donne, perché culturalmente non le rispetti. Premesso che l' utero sta nel mio corpo, è mio e non dell' uomo con cui mi accoppio. Sfornare un figlio è la cosa più naturale del mondo, crescerlo come individuo etico la più difficile. Eppure procreare è stata l' arma secolare delle donne, l' unica. Grazie ad essa hanno menato gli uomini per il naso, tenendoli spesso in ostaggio anche dopo la fine di un matrimonio, di un amore, con l' assioma sacro: «Sono la madre dei tuoi figli». Addirittura, dei poveri uomini si sono sentiti in colpa tutta la vita per aver messo incinta una donna con cui avevano, come scrivi tu, semplicemente «fottuto», lei consenziente. Il Sessantotto ha portato tre vantaggi, che hanno messo su un piano di parità uomini e donne: il preservativo, la pillola anticoncezionale, l' a- borto. Se nella foga d' amare gli strumenti anticoncezionali non vengono usati, c' è un' ulteriore possibilità salvifica: la pillola del giorno dopo. All' epoca non esisteva la pillola del giorno dopo, ma si poteva rimediare con un' iniezione ormonale o una forte dose anticoncezionale. Quindi se la donna non corre ai ripari, ci sono due spiegazioni: o è una cretina o una in mala fede. Altro che fede! Certo ci sono delle attenuanti: una può ritrovarsi incinta perché, avendo le mestruazioni irregolari, ha fatto male i conti oppure ha sperato fino all' ultimo di farsi riconoscere il figlio o farsi sposare. Ma comunque si tratta del dopo, quando non ci sono altre possibilità che l' aborto. Perché non si è salvata prima da sola, perché ha aspettato di esser salvata? A meno che non si tratti di stupro, la decisone di fare l' amore viene presa da entrambi i partner, ma la determinazione di abortire è sempre e solo femminile. E non viene mai presa a cuor leggero, credimi. Tu nel Sessantotto non eri neanche stato programmato dai tuoi genitori e non sai che cosa sia stato. Io ero piccolina, ma lottavo già da anni in famiglia per l' autoaffermazione della mia individualità femminile. Lottavo da quando avevo cominciato a ragionare e mi ero convinta di avere gli stessi diritti di un uomo, pur sentendomi ripete giornalmente da mia madre che ero solo una donna, che dovevo cedere alle pretese maschili. Le peggiori nemiche delle donne possono essere proprio le donne e non c' è niente di più straziante di avere per madre una fascista, ipocritamente bigotta, che ti cresce nel mito della superiorità maschile. Questo continuo sopruso non mi ha fatto abbracciare né il sesso libero né il comunismo. Io le mie libertà me le sono conquistate, tutte. Ne porto ancora le ferite. La libertà di fottere, come la chiami tu, per me è stata la libertà di fare l' amore con chi amavo non con chi aveva deciso mia madre avrei dovuto sposare vergine. Ho sempre amato l' uomo reale non il principe azzurro, convinta non sarebbe stato azzurro. di Elisabetta De Dominis

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