Il vescovo Domenico Mogavero avrebbe rubato "180mila euro alla curia"
Si sarebbe appropriato di 180mila euro appartenenti alla Curia. Domenico Mogavero, è stato interrogato ieri dalla Procura di Marsala, il vescovo della diocesi di Mazara del Vallo, ex sottosegretario della Conferenza episcopale italiana e commissario Cei per le migrazioni. Noto anche all'interno della Curia romana, come maggiori sostenitori delle politiche di solidarietà verso i profughi che sbarcano sulle coste siciliane, don Mogavero cura anche una rubrica sull'edizione domenicale del Fatto quotidiano. Indagini - Coordinata dal procuratore Alberto di Pisa, l'inchiesta è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Trapani, che punta a chiarire presunte anomalie gestionali avvenute all'interno della curia di Mazara. A Mogavero è stato contestato di essersi appropriato di 180mila euro della Curia che avrebbe fatto transitare sul proprio conto corrente attraverso bonifici e assegni tratti dai conti intestati alla sua diocesi. Sotto la lente dei magistrati c'è anche la posizione dell' ex economo, don Franco Caruso, a lui i pm contestano l' appropriazione indebita e anche la malversazione. Per l' accusa si sarebbe appropriato di 120 mila euro della diocesi. In quanto, delegato a operare sui conti correnti e avendo la disponibilità delle somme ricevute dalla Cei, invece di destinare il denaro a interventi caritatevoli, avrebbe speso, poi, oltre 250 mila euro con altre finalità. Intrighi - Gli inquirenti stanno verificando se parte del denaro sia stato dato a don Vito Caradonna, un prete marsalese che il vescovo Mogavero aveva sospeso a divinis dopo una condanna a due anni per violenza sessuale su un uomo. "La posizione del vescovo Mogavero è stata chiarita ieri durante l' interrogatorio -spiega il suo avvocato Stefano Pellegrino- in modo documentale per quanto riguarda i fatti oggetto dell' indagine che risalgono agli anni 2010-2011 e riguardano anomalie nella gestione dell' economato della curia, che però lo stesso prelato aveva rilevato e denunciate alla Procura". La storia è intricata. Il vescovo Mogavero avrebbe avuto grossi dubbi sui conti della Curia. Così aveva deciso di non rinnovare più l' incarico a don Caruso, inviato come parroco a Santa Ninfa, comune di cinquemila anime nel Trapanese. "Il vescovo -prosegue il legale- al primo sospetto di irregolarità gestionale ha nominato due consulenti per verificare e fare chiarezza e dopo aver ricevuto la relazione l'ha trasmessa alla Procura manifestando sia la propria volontà querelatoria sia chiedendo, allo stesso tempo, di essere sentito dal procuratore". Monsignor Mogavero era stato nominato vescovo di Mazara del Vallo, nel febbraio del 2007, da papa Benedetto XVI che, nel 2011, lo aveva anche inviato a Trapani come visitatore apostolico di quella diocesi dopo che era scoppiato uno scandalo a seguito di un'intricata inchiesta giudiziaria che puntava a verificare se erano state commesse truffe ai danni della Curia trapanese da parte di un sacerdote.