La replica

Scilipoti al M5S: "Non usate il mio nome come sinonimo di tradimento"

Andrea Tempestini

Il re dei peones si ribella contro il trattamento che gli riservano Beppe Grillo e l'ortodossa truppa pentastellata, rei di usare il suo cognome, Scilipoti, come sinonimo di trasformismo, di tradimento. "Grillo e i suoi onorevoli - spiega - quando debbono reciprocamente accusarsi di tradimento politico, utilizzano impropriamente il mio nome, dimostrando di non conoscere la mia storia politica, improntata al rispetto delle prerogative dei parlamentari, né di leggerre le dichiarazioni che rilascio alla stampa". Inizia così l'accorata autodifesa del senatore Pdl, tirato in ballo dal blog del caro Beppe per l'affaire Luis Orellana, il pentastellato strappista finito nel mirino dei suoi compagni di partito per aver sostenuto la possibilità di dialogare in Parlamento con le altre forze politiche. Ergo, per il pensiero grillino, Orellana è uno Scilipoti ("Sei un nuovo Scilipoti", ha tuonato Beppe), un traditore, un trasformista. Il re dei peones, che balzò dall'Idv ai Responsabili per poi finire nel Pdl, orgogliosamente continua: "Sono stanco di leggere sulle agenzie e sui giornali il mio nome utilizzato come sinonimo di trasformista. Le mie recenti dichiarazioni su un improbabile governo Letta-bis - aggiunge - erano di carattere squisitamente politico, inerenti ai diritti dei parlamentari che non debbono obbligatoriamente spalmarsi sulle dichiarazioni dei segretari di partito. Non prefiguravano certamente un cambio di casacca", conclude.