La fumata bianca della Cappella Sistina coglie il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni nel corso della riunione al Quirinale del Consiglio Supremo di Difesa. Dunque, filtra, viene portato un televisore per seguire in diretta l’annuncio del nuovo Papa dalla Loggia delle Benedizioni e la seduta dell’organismo viene interrotta. Il Capo dello Stato invia al Pontefice un messaggio: «Sono certo che la lunga esperienza nel Sud del mondo che Vostra Santità ha maturato anche in veste di missionario manterrà acceso quel faro verso i più deboli e dimenticati che Papa Francesco aveva voluto illuminare fin dall’inizio del proprio pontificato».
Anche la Presidente del Consiglio scrive una missiva: «La nostra casa si fonda sulla sintesi straordinaria tra Fede e ragione. Sintesi che ha permesso alla civiltà italiana ed europea di concepire un mondo nel quale la persona è centrale, la vita è sacra, gli uomini sono liberi e di eguale dignità». Meloni continua: «Lo Stato e la Chiesa sono distinti ma si rispettano reciprocamente, e crescono insieme. Civiltà che rispetta le identità altrui senza però rinnegare la propria, e che costruisce pace laddove altri seminano morte e distruzione. . Pace di cui il mondo ha disperato bisogno e che Lei ha invocato più volte».
Il ministro degli Esteri Tajani commenta così: «Ringraziamo Dio per aver dato un nuovo Vescovo a Roma e una nuova guida alla Chiesa cattolica». Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, invece, è in piazza San Pietro, a seguire tra i fedeli i momenti dell’epifania di Leone XIV. «Emozionato e commosso», scrive il vicepremier, che mostra di apprezzare il passagggio sulla Pace: «Disarmata e disarmante, ha invocato il Santo Padre, benedicendo centinaia di migliaia di fedeli. Buona missione Papa Leone XIV». Si pronunciano poi anche i Presidenti delle Camere. Ignazio La Russa invia in Santa Sede un telegramma al nuovo Pontefice: «Sono certo che il suo Alto magistero potrà guidare e ispirare non solo le comunità cristiane ovunque nel mondo, ma tutti i popoli e le Nazioni secondo principi di Pace, speranza, solidarietà». Il Presidente della Camera Lorenzo Fontana esprime «grande gioia per questo momento storico, resa ancora più profonda dalla scelta di un pontefice missionario che ha coltivato il dialogo tra i popoli».
L’elezione del Papa coinvolge tutto il quadro politico, e l’impressione è che a sinistra tentino un’operazione di appropriazione preventiva della nuova figura, tentando di porlo su un binario culturale progressista. A partire da un “padre nobile” come Romano Prodi. Quello di Leone XIV, dice l’ex Presidente del Consiglio, è «un nome non scelto a caso che lo lega alla spinta verso il rinnovamento della società che Leone XIII aveva indicato nella Rerum Novarum». La segretaria del Pd Elly Schlein è sicura: «Ha scelto come prime parole quelle della speranza di pace per i popoli di tutto il mondo, il ringraziamento a Papa Francesco e insieme l’invito accorato a costruire ponti attraverso il dialogo e l’incontro. Ce ne sarà grande necessità».
Il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte sottolinea invece il posizionamento pacifista da subito sottolineato dal nuovo Papa.
«Una pace disarmata, una pace disarmante, umile e perserverante. Queste le prime parole chiare, coraggiose di Papa Leone XIV. Irrompono con grande forza nei nostri cuori, nelle nostre menti, nel linguaggio del nostro tempo dominato sempre più da tristi parole: armi, guerra, morte». Ignazio Marino, eurodeputato Avs, traduce le parole del Papa come «un messaggio netto e senza compromessi ai potenti della terra: fermate la corsa al riarmo, invece di acquistare armi siate disarmanti e scegliete la Pace. Un’invocazione che scuote le coscienze, un inizio che è già storia».
Il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli sottolinea: «Le sue parole sulla pace e sulla costruzione di ponti rappresentano un segno importante di continuità con la strada tracciata da Papa Francesco, in un mondo in cui si costruiscono muri e fili spinati tra le guerre». Da sinistra, in enorme carenza di riferimenti culturali, sembra quindi già partito “l’assalto alla Papa -mobile”.