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Cesare Battisti: "In Bolivia stavo andando a comprare del vino"

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Matteo Legnani
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Bello in carne, il solito viso di sempre scevro da qualunque senso di colpa o rimorso per quei quattro ergastoli sulle spalle, l'ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo (Pac), Cesare Battisti, s'è presentato l'altra sera alla televisione brasiliana Tribuna Tv, dopo l'arresto subito lo scorso 4 ottobre a Corumbà, una località carioca al confine con la Bolivia. Latitante da 36 anni, Battisti stava cercando di lasciare il Paese con altre due persone, ma respinge l'ipotesi della fuga: accusato di esportazione di valuta (aveva con se circa 6mila dollari e 3mila euro), ha spiegato in tv che quei soldi non erano suoi. Ma la parte più gustosa (nel senso della presa per i fondelli) arriva quando Battisti spiega cosa stava andando a fare in Bolivia: "Quei soldi ci servivano per pescare e fare acquisti, dovevo comprare del vino. In realtà siamo stati avvicinati già 200 chilometri prima della frontiera e quando ci hanno fermati abbiamo avuto l'impressione che fosse tutto organizzato. Non e' vero che non posso lasciare il Paese. Non sono un rifugiato, sono un immigrato con un visto permanente, posso viaggiare all'estero ogni volta che voglio". Al momento Battisti e' a casa di alcuni amici sulla costa di San Paolo ma il suo progetto e' andare a vivere a Cananeia: "Sto costruendo una casa lì".

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