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Marco Travaglio in ginocchio da Pd e Conte, umilia Di Battista: "Sai cosa succede quando ti svegli?"

Giulio Bucchi
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Anche Marco Travaglio è passato al lato oscuro della forza, quello della realpolitik. In ginocchio da Giuseppe Conte e dal Pd, il direttore del Fatto quotidiano nel suo editoriale se la prende addirittura con Alessandro Di Battista, colpevole di aver messo in guardia i grillini dall'alleanza con il Pd e con Matteo Renzi. Nel suo post su Facebook, sottolinea Travaglio, c'è "una frase sbagliata". Primo salto sulla sedia, non era mai accaduto. A far storcere il naso al direttore questo passaggio: "Da fuori si vedono le cose in modo più limpido". "Eh no - ribatte un po' stizzito Travaglio -: chi sta fuori può snobbare alcuni dettagli che chi sta dentro deve considerare". E giù un elenco di motivi per cui i 5 Stelle hanno il diritto-dovere di governare con chi ci sta, rivendicando come la responsabilità del Movimento sulle aperture ad alleanze e proposte di governo ai dem renziani, nel 2018, fosse anche di Dibba. "Le alternative al Conte 2 erano due - gli ricorda Travaglio - il ritorno dei 5Stelle con Salvini, che li avrebbe spaccati, staccati da Grillo e Conte ed esposti al ridicolo e all' ennesimo tradimento o le elezioni chieste da Salvini per governare con "pieni poteri" e cancellare le buone riforme targate M5s".  Leggi anche: "Dio esiste e non legge Travaglio". Alessandro Sallusti si fa beffe del direttore "In un sistema proporzionale e tripolare, o si sceglie il male minore, o si guardano governare gli altri coi popcorn in mano", è la lezione parlamentare di Travaglio, sempre più vicino alla testa (di Casaleggio) e più lontano dalla pancia (di Dibba). Chi sta fuori "dovrebbe dire non solo cosa non farebbe, ma anche cosa farebbe al posto di chi sta dentro". L'alternativa, in fondo, per Travaglio è un film horror: "Continuerà a sognare un monocolore 5 Stelle e poi si sveglierà con un bel tricolore Salvini-Meloni-Berlusconi".

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