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Vittorio Feltri sulla Libia: "Un imbecille francese, Napolitano e Di Maio. Perché presto saremo invasi"

Davide Locano
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I giornali sono pieni di articoli dedicati alla Libia, che pare essere fonte di parecchi problemi interessanti per l' Italia. Mi riferisco sia all' immigrazione sia al petrolio. Qualche anno fa eravamo amici di Gheddafi, in particolare Silvio Berlusconi manteneva con lo stesso rapporti strettissimi che giovavano a entrambi i Paesi. Il raìs venne a Roma e impiantò le tende suscitando polemiche gratuite, dalle quali il Cavaliere dovette difendersi. Leggi anche: Vittorio Feltri sulla differenza tra gatti e uomini Sembrava che l' allora premier fosse un pazzo a stringere la mano nonché ad ospitare il dittatore. In realtà gli accordi italo-libici erano forieri di grandi vantaggi. L' immigrazione era sotto controllo e le forniture di oro nero proseguivano senza intoppi fruttando assai alle casse del nostro Stato. Poi un imbecille francese con vari complici internazionali, tra cui gli Stati Uniti d' America, decisero inopinatamente di far secco Gheddafi e il brutto è che ci riuscirono. Dichiarare guerra alla Libia fu una porcheria dannosissima che agevolò gli affari indecenti d' Oltralpe e disastrò i nostri, al punto che oggi siamo ancora qui a piatire una mano africana per limitare gli arrivi incontrollati di extracomunitari, che il povero Luigi Di Maio, ministrello degli Esteri, pretende invano. Di questa catastrofe dobbiamo ringraziare anche Napolitano, all' epoca presidente della Repubblica, il quale appoggiò entusiasticamente e sconsideratamente il conflitto con la nostra ex colonia. Fu un errore clamoroso. Le operazioni belliche iniziarono senza neppure che fosse interpellato il Parlamento. Berlusconi non riuscì ad evitare l' aggressione e ora sprofondiamo nella melma. Siamo veramente un branco di idioti. Gheddafi è stato assassinato e noi boccheggiamo senza speranza. Saremo invasi e contenti. di Vittorio Feltri

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