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Confalonieri: "Quel blackout di Berlusconi, gli errori dei falchi". E di Renzi meglio non fidarsi

Il presidente di Mediaset si sbottona a 360°: "Silvio e Matteo due anticonformisti, ma il segretario Pd è di sinistra. Alfano traditore? No, ha un grande merito..."

Giulio Bucchi
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Il blackout di Silvio Berlusconi, la doppia faccia di Renzi, il "tradimento" di Alfano. La versione di Fedele Confalonieri su quel che accade nel mondo della politica italiana è, come da personaggio, sbottonata, senza censure, spesso sorprendente. Il presidente di Mediaset, a colloquio con Francesco Verderami sul Corriere della Sera, apre facendo una premessa: "Berlusconi e Renzi sono due anticonformisti", anche se sul loro rapporto si sta dando "enfasi eccessiva". Di sicuro, però, la loro intesa sulle riforme "è un primo segnale della cosiddetta casta, che cerca di cambiare il paese". Renzi e le cambiali con la sinistra - Il merito di Matteo Renzi è quello di "aver rotto con gli schemi della sinistra" proprio come fece il Cavaliere nel 1994, ribellandosi a sinistra e mondo Dc che voleva gli italiani intruppati e un po' banali: "I voti di Forza Italia sono i voti di un popolo a cui Berlusconi ha dato dignità. Sono un pezzo di paese che per decenni la cultura cattolica e quella marxista ha ghettizzato, mentre in America le persone che aspirano ad essere ricche vengono valorizzate". Occhio però: politici e giornalisti di destra (magari un velato riferimento al direttore del Giornale Alessandro Sallusti?), avverte Confalonieri, non facciano di Renzi il loro nuovo idolo. E Fidel scieglie Flavio Briatore, grande fan berlusconiano del Rottamatore, per lanciare il suo messaggio: "Anche a me piace Renzi per come interloquisce, ma non mi piace il suo jobs act. La verità è che Renzi è di sinistra, ha delle cambiali da pagare con il suo mondo. Si è messo pure a fare il filo a Landini della Fiom".  "Il black out di Silvio" - Il Confa dà merito a Renzi di aver "sdoganato" il Cavaliere, non averlo considerato più come "un paria, un baluba" ma come un esponente politico legittimato dai voti degli italiani. Ma chi si riconosce nel centrodestra non deve avere dubbi: il futuro passa ancora da Berlusconi e Forza Italia. "Silvio è rinato, come un'araba fenice", spiega il suo braccio destro storico, amico fidatissimo e consigliere non sempre ascoltato. Per esempio, l'ex premier ha commesso un "errore" con la diaspora del Pdl, e se ora sta trattando con Renzi sulle riforme lo deve ad Alfano e a Ncd, che hanno fatto continuare il governo. La verità, spiega Confalonieri, è che "nella storia di Berlusconi c'è un momento di spaccatura, una sorta di black out dopo la sentenza di condanna per il caso Mediaset. Bisognerebbe stare nei suoi panni dopo quel... vabbè, non chiamiamolo colpo di Stato, parliamo di verdetto tremendo e ingiusto. Ora però ha ripreso, sta sul pezzo, lavora per consegnare al Paese un centrodestra vincente". E per vincere servono Forza Italia e Nuovo centrodestra uniti, perché le colpe e i torti sono di tutti. Inutile parlare di "tradimenti" o "complotti". Anche se una stilettata ai falchi la colomba Fedele la riserva. La rottura con Angelino? "Non si comprende Berlusconi se non si comprendono le dinamiche tra un monarca e la sua corte. E le corti hanno avuto sempre un'influenza sulle scelte del monarca. Poi, ricordiamoci, eravamo ai tempi del black out...". Ora è tornata la luce, anche se c'è sempre la spada di Damocle delle toghe: "La giustizia era e resta il convitato di pietra" sulla strada delle riforme. Oscuri presagi per Renzi e il Cav.

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