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Gerry Scotti e l'esperienza con il Covid: "Fegato, reni, pancreas. Avevo tutti i valori sballati". A un passo dall'ultima porta

mercoledì 18 novembre 2020

2' di lettura

Colpito dal coronavirus e ricoverato per 10 giorni, Gerry Scotti, il popolare conduttore di canale 5, ricorda i momenti passati in ospedale. "Quando mi hanno detto che mi ricoveravano sono diventato verde, ho sudato freddo. Io li vedevo tutti, vedevo 24 persone immobili, intubate, come nei film di fantascienza", ha raccontato al Corriere della Sera, non riuscendo a ricacciare indietro le lacrime. E' iniziato tutto con febbre e tosse, ma quando ha scoperto di essere positivo, Scotti è rimasto spiazzato: "Mi è sembrato improvvisamente di essere al di là del Muro di Berlino. In un attimo ho rivissuto i sei mesi di paura, terrore, precauzione, speranza che stiamo vivendo tutti. Perché proprio a me?". Poi il ricovero: "Al secondo controllo al Covid Center dell’Humanitas a Rozzano mi è stato consigliato di rimanere da loro perché avevo tutti i parametri sballati: fegato, reni, pancreas". Il conduttore, però, ha spiegato che non è mai entrato in terapia intensiva, solo nell'anticamera, ma da lì ha potuto vedere 24 persone intubate: "Pregavo per loro invece che pregare per me".

 

 

Gerry Scotti e il racconto del coronavirus: "Ero in un'anticamera della terapia intensiva con il casco per respirare"

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Gerry Scotti ha raccontato, inoltre, di essere stato curato anche con il casco con l’ossigeno: "Sono arrivato all’ultimo step indolore della terapia prima che ti intubino. Per un paio di giorni a orari alterni ho dovuto indossarlo". Il celebre volto di canale 5 ha rivelato poi di essere stato in contatto - in quei giorni difficili - con un collega, Carlo Conti, anche lui positivo e ricoverato. "Abbiamo vissuto un’esperienza in parallelo. Io gli chiedevo: quanti litri di ossigeno? Lui mi rispondeva 4. E io invece stavo ancora a 5. E la pastiglia, te l’hanno data? Abbiamo fatto come Coppi e Bartali...". Infine un ringraziamento a chi si è preso cura di lui: "In quelle notti insonni vedevo un formicaio di ragazzi e ragazze, tutti sotto i 30 anni, nessuno fermo per più di 10 secondi".

 

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