Che brutta fine

Marco Travaglio si inventa l'eroe Francesco Boccia per insultare Mariastella Gelmini: a cosa si è ridotto

Povero ciccio, Marco Travaglio, il quale schizza rabbia da ogni poro ogni giorno e sempre più, mentre assiste imbelle al tracollo del M5s e alla sparizione del suo cocco, Giuseppe Conte. Ora, i "tanto cari grillini", governano con lo "psiconano" Silvio Berlusconi. Un contrappasso favoloso, contro Marco Manetta, il quale infatti ora sul suo Fatto Quotidiano spara ad alzo zero contro i pentastellati. Dura la vita, per il direttore che una settimana prima del mandato conferito a Mario Draghi disse che Draghi non avrebbe mai fatto il premier. Già, un periodaccio.

 

E per provare a uscire da questo periodaccio, Travaglio non sa più cosa inventarsi. Non sa più chi insultare. E così dal mazzo del livore ecco che oggi il direttore pesca la carta Mariastella Gelmini. Già, oggi se la prende (anche) con lei. Il tutto nel consueto profluvio di parole ospitato in prima pagina sul suo quotidiano, nel consueto profluvio in cui come ogni santo giorno straparla di "poteri marci", "giornaloni", "psiconani" e via dicendo, in una grandinata di luoghi comuni complottisti, triti e ritriti, che in verità ben poco onore gli fanno. Ma tant'è, si diceva: la Gelmini.

 

Nel suo articoletto, Travaglio scrive: "Speranza resta alla Salute, per la gioia di Salvini e dei teorici della dittatura sanitaria e del riaprire tutto. Ma arriva la Gelmini alle Regioni al posto di Boccia, protagonista di epici scontri con gli sgovernatori. Sarà uno spasso vederla genuflessa alle loro mattane", scrive il direttore. Bene, fermiamoci. E rendiamoci conto. Rendiamoci conto del fatto che Travaglio erge a totem Francesco Boccia, "protagonista di epici scontri con i governatori". Già, l'eroe Boccia. Eroe di Travaglio. Eroe inventato nel momento della più cupa disperazione giornalistico-politica. Eroe inventato per insultare la Gelmini "genuflessa". Ma a chi? Ma quando? Ma cosa dice? Che brutta fine, Travaglio...