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Sergej Lavrov a Zona Bianca? "Violate le regole Ue". Clamoroso, Forza Italia contro Mediaset: chi punta il dito

lunedì 2 maggio 2022

2' di lettura

L’intervento di Sergej Lavrov a Zona Bianca su Rete4 è diventato un caso politico a livello europeo: d’altronde è la prima volta dopo oltre due mesi di conflitto in Ucraina che un esponente del governo russo è stato intervistato da una televisione occidentale. Dal punto di vista giornalistico quello di Giuseppe Brindisi è stato un colpaccio, ma al tempo stesso è chiaro che il ministro degli Esteri russo non ha fatto altro che portare avanti la propaganda di Mosca.

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Di conseguenza Elio Vito ha sollevato un caso: ospitando Lavrov, Rete 4 non avrebbe rispettato la risoluzione del Parlamento europeo del 7 aprile scorso. Fa ancora più rumore il fatto che la denuncia arrivi da un deputato di Forza Italia, che è pur sempre il partito di Silvio Berlusconi, alla cui famiglia appartiene Mediaset e quindi la “paternità” dell’ospitata di Lavrov a Zona Bianca. Vito ha indicato due articoli che non sarebbero stati rispettati. Il primo è il numero 8, strettamente legato ad alcune dichiarazioni di Lavrov: con questo articolo il Parlamento europeo “condanna fermamente la retorica russa che evoca un possibile ricorso all’uso di armi di distruzione di massa da parte della Federazione Russa e sottolinea che tale spiegamento sarebbe inaccettabile e darà luogo a gravissime conseguenze”.

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Poi il numero 30, con cui il Parlamento europeo “ribadisce che la disinformazione russa fa parte dello sforzo bellico della Russia in Ucraina e che le sanzioni dell’Ue nei confronti di emittenti di Stato russe possono essere facilmente eluse tramite reti private virtuali, televisione satellitare e funzioni Smart TV” e “invita la Commissione e gli Stati membri ad applicare pienamente il divieto imposto ai canali di propaganda di proprietà dello Stato russo”. Infine Vito ha commentato con un ultimo tweet l’intervento del ministro degli Esteri russo a Zona Bianca: “Il posto giusto dove Lavrov dovrebbe parlare ed essere ascoltato non è in tv ma al Tribunale penale internazionale a l’Aja”.

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