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Papa Ratzinger, la lezione: Fede coerente con ragione e politica

Roberto Formigoni
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La morte di Papa Benedetto XVI ha riportato all'attenzione di tanti la profondità del Suo insegnamento e del Suo pensiero. Molte pagine interessanti sono state scritte in questi giorni su questo argomento, anche da parte di studiosi e osservatori non cristiani. Per parte mia vorrei esprimere il mio personale omaggio a questo grande Papa fissando l'attenzione su due punti forti del suo lascito: la coerenza tra fede e ragione e l'importanza di una giusta politica nella storia dei popoli.
Fede e ragione, dunque. Nel famoso discorso tenuto a Ratisbona nel 2006, Benedetto XVI afferma: «Non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio». E cita il prologo del Vangelo di Giovanni: «In principio era il logos», dove logos significa insieme ragione e parola, la parola di Dio in cui tutte le vie spesso faticose e tortuose della fede trovano la loro sintesi. Qui troviamo un incontro essenziale tra la fede biblica e pensiero greco. Il Papa annota: «Nel profondo si tratta dell'incontro tra fede e ragione, tra un autentico illuminismo e religione».
Da qui, anche, altre parole di Benedetto, che suscita rono non poche polemiche con certo mondo musulmano, ma che sono essenziali per la vita del cristiano, e insieme spiegano uno dei punti fondamentali di differenza tra cristianesimo e islam: «La violenza è in contrasto con la natura di Dio e la natura dell'anima, la diffusione della fede mediante la violenza è cosa irragionevole», e ancora: «Interrogarsi su Dio per mezzo della ragione, nel contesto della tradizione della fede cristiana, è necessario e ragionevole».
 

 

LE CONDIZIONI PER LA PACE

Il secondo tema, fede e politica, Benedetto lo affrontò nelle numerose visite ai parlamenti in cui fu invitato. Grandioso fu il suo discorso al Bundestag, il Parlamento tedesco, nel 2011. Il Papa prende spunto dalla richiesta del giovane re Salomone al suo Dio nel giorno della sua intronizzazione. Salomone non chiese né ricchezza né successo, ma domandò invece «un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male». Il Papa commenta: «Questo spiega cosa deve essere importante per un politico». La politica deve essere un impegno per la giustizia e per creare le condizioni di fondo per la pace. Certo, il successo è necessario perché l'azione della politica sia efficace. Ma il successo deve essere subordinato al criterio della giustizia, alla volontà di attuare il diritto e all'intelligenza del diritto. «Togli il diritto - dice il Papa citando Sant' Agostino- e nulla distinguerà lo Stato da una grossa banda di briganti. In un momento in cui l'uomo ha acquistato un potere finora inimmaginabile, combattere l'ingiustizia rimane il compito fondamentale del politico». A me sembra il punto decisivo per l'oggi. 

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