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Travaglio: "L'infiltrato putiniano a Repubblica che ribalta Molinari"

mercoledì 11 gennaio 2023

Maurizio Molinari

2' di lettura

C'è un "infiltrato putiniano" a La Repubblica. Marco Travaglio, nel suo editoriale su Il Fatto quotidiano, scrive che "un pericoloso putiniano, aiutato dai soliti hacker moscoviti, s' è infiltrato nelle pagine di Repubblica per ribaltare di 180 gradi la linea" del direttore Maurizio Molinari. Si tratterebbe di un economista americano, Jeffrey D. Sachs, che, sottolinea Travaglio, "riempie un'intera pagina sotto il titolo ingannevole 'Lula uscirà rafforzato. Ora la vera sfida è salvare l'Amazzonia' per bombardarne senza pietà 11 mesi di editoriali turboatlantisti sulla guerra russo-ucraina: 'Qui in Occidente siamo bombardati da narrazioni ufficiali ridicole, perlopiù provenienti da Washington'".

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Insomma, viene completamente ribaltata la posizione di Molinari, Riotta, Merlo, Messina, Folli, Cappellini, osserva il direttore del Fatto. Scrive infatti l'intruso che l'idea che "la Russia è il male puro, la Cina è la più grande minaccia per il mondo e solo la Nato può salvarci" sono "dabbenaggini imbastite dal Dipartimento di Stato". E ancora: "È stato il tentativo Usa di espandere la Nato alla Georgia e all'Ucraina a scatenare le guerre in Georgia (nel 2010) e in Ucraina (dal 2014 a oggi)"; "neppure la Cina è una grave minaccia come viene dipinta oggi in occidente", perché "non viviamo più in un mondo guidato dagli Usa e neppure diviso fra gli Usa e la rivale Cina. Siamo in un mondo multipolare, in cui... alleanze militari come la Nato... sono un pericoloso anacronismo".

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Non smette di stupirsi Travaglio: tutto questo, evidenzia, lo leggiamo "su Rep: un autobombardamento in piena regola, che non può restare impunito. Prima però bisogna dare un nome e un volto al putribondo figuro. Da quel che scrive, il campo si restringe a pochi pacifinti putiniani: il professor Orsini, i filosofi Cacciari e Di Cesare, i generali Mini e Bertolini, il fisico Rovelli, gli storici Barbero, Canfora, Cardini, D'Orsi o forse, chissà, il direttore del Fatto Putiniano". Insomma, conclude Travaglio: "Urge aggiornare le liste di proscrizione". 

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