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Giorgio Armani, le disposizioni segrete sull'eredità

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Roberto Tortora
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Giorgio Armani è un uomo che guarda avanti, lo è sempre stato, al punto da andare al di là della sua stessa vita. Già nel 2017 aveva dichiarato al Financial Times che “per la successione del mio impero è tutto pronto”. La Fondazione che porta il suo nome, creata nel 2016, per realizzare progetti di utilità pubblica e sociale, il primo tassello del futuro della governance della sua azienda che, per sua voce, dovrà avere “assetti rispettosi e coerenti con alcuni principi che mi stanno particolarmente a cuore e che da sempre ispirano la mia attività di designer ed imprenditore”.

Ora, però, è venuto alla luce un carteggio “segreto”, come si apprende su La Stampa, in cui lo stilista 89enne dimostra di avere le idee chiare. Ad oggi possiede il 99% del suo gruppo (lo 0,1 è della Fondazione), gestisce 9000 dipendenti, conta un fatturato di 2,35 miliardi e 162 milioni di utile. E, lui che di figli non ne ha, non ha alcuna intenzione di vendere a qualche gruppo straniero pronto a mettere le mani sul bottino. Ad oggi, Giorgio Armani ha tre nipoti: Silvana e Roberta, figlie di Sergio, il fratello scomparso, e Andrea Camerana, figlio di sua sorella Rosanna che insieme a lui e al compagno dello stilista, Pantaleo Dell’Orco (detto Leo), tiene le redini dello stile della maison.

Tutti loro sono in consiglio (in cui siede anche Federico Marchetti, fondatore di Yoox) e avranno azioni del gruppo, secondo il piano conservato da un notaio milanese e visionato dalla agenzia Reuters, che stabilisce i futuri principi di governance. Il 50% degli utili netti verrà distribuito agli azionisti e ci saranno degli obblighi: il divieto di quotazione in Borsa per i primi cinque anni e regole rigide per attività di fusioni e acquisizioni. Il gruppo dovrà essere gestito con l’obiettivo di creare valore, mantenere i livelli occupazionali e perseguire i valori aziendali.

Lo stile? Ovviamente l’impegno è quello della “ricerca di uno stile essenziale, moderno, elegante e non ostentato, con attenzione ai dettagli e alla vestibilità”. Armani ha sempre ribadito che “essere alla moda ed essere eleganti non significano esattamente la stessa cosa. Quel che più mi attrae in una persona, una donna come un uomo, è la personalità, il carattere – afferma lo stilista in un’intervista - che è in genere sempre riflesso nella maniera in cui si veste. Io, all’ossessione per il trend, preferisco la sottigliezza, la ricerca del dettaglio che avvicina lo sguardo e invita a osservare e conoscere meglio. L’eleganza, non mi stanco di ripeterlo, non è farsi notare”. Eleganza e raffinatezza le linee guida, perché anche quando Giorgio Armani non ci sarà più, si continuerà ad agire come dice lui, icona già immortale della moda italiana nel mondo.

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