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Chiara Ferragni, la Rodotà: "Femmina e boss, nemico perfetto per Meloni"

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"Giorgia Meloni è il capo del governo; Chiara Ferragni non è il capo dell’opposizione". Lo sottolinea subito Maria Laura Rodotà, nel suo editoriale di difesa della influencer su La Stampa. Forse più per convincere il lettore, dal momento che subito dopo l'attacco della premier per il Pandoro-gate Balocco e della beneficenza "a metà" dal palco di Atreju, è stata proprio la sinistra a partire in quarta facendo scudo alla moglie di Fedez. Impossibile, forse, scordare come da mesi i Ferragnez si siano sempre più esposti politicamente criticando apertamente il governo con tutto il carico mediatico che la loro posizione (anzi, posizionamento) sui social comporta. 

"La Khodorkovsky che meritiamo. O la Walter Rathenau delle influencer, o una moglie di Sumahoro caucasica, o una Wanna Marchi allungata", ironizza la Rodotà, riconoscendo come la "giovane imprenditrice girlboss" sia uscita "vincente e molto ricca" da quella che definisce "la balcanizzazione comunicativa dei social".

 

 

 

Quindi l'affondo a Meloni e destra: "Ferragni è il miglior nemico comune contro cui coalizzare la Nazione. Altri funzionano meno. Giuseppe Conte non è abbastanza fantasy nonostante tutto. Elly Schlein avrà l’armocromista ma per il resto pare una brava ragazza un po’ strana, inadatta a catalizzare risentimenti popolari", per non parlare del presidente Sergio Mattarella. "Santa pazienza - commenta la penna del quotidiano torinese -, come fai a prendertela con Mattarella (ah no, è successo)".

 

 

 

Battute a parte, la lettura dello scontro Meloni-Ferragni è, diciamo, bizzarra. Chiara "tra un panettone e l’altro fa dichiarazioni femministe, va in piazza contro la violenza, ha un marito che si esprime molto, anche lui. Può diventare una nemica di chi guadagna poco o niente e non apprezza la sua ostensione di alberghi stralusso ville sul lago gite in elicottero etc. E di chi vorrebbe le donne al loro posto e non ne sopporta l’imprenditorialità lombardona, la vita mondana bling bling (che è pure quella lavoro), il suo essere femmina e capofamiglia di una specie di clan reale online". Insomma, si tratterebbe di una vendetta bella e buona. "Per il momento vince Meloni, contro la losca plutocrate globalista accusata di ben due inganni odiosi", conclude la Rodotà non senza una punta di amarezza. 

 

 


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