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Marina Berlusconi risponde a Massimo Giannini: "Ossessionato"

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Questa volta Marina Berlusconi ha deciso di intervenire. Di fronte all'ennesimo articolo di Massimo Giannini - questa volta pubblicato sulla sua rubrica sul Venerdì - la primogenita del Cav ha scritto al direttore di Repubblica per lamentarsi dei "toni ironici di pessimo gusto" del giornalista nel ricordare il padre, ma soprattutto per ribattere punto su punto alle accuse che continua a muovergli.

Giannini, "come è tipico del pensiero ossessivo", scrive Marina Berlusconi, "esprime opinioni senza nulla di nuovo, ma solo con una meccanica ripetizione di cose già dette e ridette, completamente disancorate dalla realtà dei fatti". "Mi domando", prosegue, "a quale categoria dell’intelletto vada iscritto il pensiero ossessivo... Soprattutto quando quel pensiero ha nutrito e garantito carriere professionali che altrimenti, forse, senza un nemico contro cui scagliarsi quotidianamente e ciecamente, non sarebbero nemmeno esistite".

 

Nella lettera inviata a Maurizio Molinari Marina Berlusconi elenca le cose che Giannini si sarebbe dimenticare di ricordare. Su Mangano e la mafia, la figlia del Cav fa notare che "nemmeno una parola sul fatto che trent’anni d’inchieste su mio padre sono finite tutte in nulla, tutte archiviate su istanza delle stesse procure che le avevano aperte". Sul conflitto di interessi, "senza menzionare che mio padre abbandonò tutti gli incarichi aziendali il giorno stesso in cui scese in campo". Sull’amicizia del padre con Putin, Giannini non ha ricordato "che quel legame aveva come obiettivo l’allargamento dell’Occidente e della democrazia". Sul rapporto tra il leader di Forza Italia e il dittatore della Libia Gheddafi, Marina fa notare che "nemmeno una parola sull’Accordo di Bengasi, che non aveva precedenti nella storia delle relazioni del nostro Paese con l’Africa". 

 

"Del Cavaliere, nei suoi ultimi anni, ho imparato ad apprezzare la simpatia, da lui ricambiata nei miei confronti", ha risposto Massimo Giannini. "Ma il giudizio politico, come gli dissi più volte nei nostri incontri a Palazzo Grazioli, è tutt’altra cosa rispetto al rapporto umano. E per me quel giudizio non è cambiato, ora che Berlusconi ci ha lasciato". Per l'editorialista di Repubblica Marina Berlusconi è "affetta da memoria molto selettiva" e dunque le ricorda le tappe della sua carriera giornalistica: "Nel mio piccolo, sono entrato nel giornale di Scalfari nel 1986, quando il Cavaliere faceva affari con il mattone e le tv, ed ero capo della redazione economica quando scese in campo, nel 1994. Insomma", conclude Giannini, "io, ma soprattutto Repubblica, c’eravamo molto prima di Berlusconi. E ci siamo ancora, e ci saremo sempre, a prescindere da lui". Amen.

 

 

 

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