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Padre Dall'Oglio, la scoperta nella fossa comune a Raqqa: orrore jihadista?

martedì 3 giugno 2025

2' di lettura

Potrebbe essere a una svolta il drammatico caso di padre Paolo Dall'Oglio: il cadavere di un uomo in abiti religiosi che si ritiene possa essere quello del gesuita italiano sparito il 29 luglio 2013 in Siria è stato ritrovato in una fossa comune nei pressi di Raqqa.

La notizia del possibile ritrovamento, è stata riferita a Oggi dal vescovo di Qamishlie nel Nord del Paese ed è stata confermata dal nunzio apostolico a Damasco cardinal Mario Zenari: "Sono stato informato ieri sera", ha dichiarato l'ambasciatore della Santa Sede, "le indicazioni sulla località del ritrovamento e sull'identificazione di Padre Paolo non sono ancora precise. Abbiamo contattato i gesuiti presenti sul territorio, ma non siamo ancora riusciti ad avere conferma".

Il sacerdote romano era scomparso nell'estate di 12 anni fa nel Nord del Paese all'epoca occupato dallo Stato Islamico, dove si era recato per trattare la liberazione di alcuni ostaggi. Al momento, secondo quanto si apprende, alla procura di Roma "non risulta" sia stato ritrovato. 

Romano di nascita, padre Dall'Oglio è stato un protagonista della vita religiosa e politica siriana a cavallo tra anni Ottanta e Novanta, avendo dato nuova linfa alla comunità monastica dello storico Monastero di San Mosè l'Abissino, a nord di Damasco, e favorito in ogni modo il dialogo interreligioso in una Siria spaccata tra l'islam e le minoranze cattoliche e ortodosse. Fiero oppositore del brutale regime della famiglia Assad, durante le rivolte delle Primavere arabe scoppiate anche in Siria nel 2011 rischiò di venire espulso per poi trovare un accordo con le autorità. Il "profilo basso" promesso al governo di Damasco non fece però mai diminuire il suo impegno per la pace e la convivenza civile, finendo drammaticamente nelle maglie dei signori della guerra del nascente Isis. Da quel momento, con la crisi del regime, la guerra civile e intere vastissime aree del Medio Oriente finite per anni in mano alla cosiddetta "internazionale jihadista", sulla sua sorte è calato un inquietante silenzio.

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