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Chef Locatelli, orgoglio tricolore: "Io patriota, Italia tutta la vita"

lunedì 23 giugno 2025

2' di lettura

"So che suona molto boomer, ma io mi sento europeo, ero a Berlino quando buttammo giù il muro. Sono un europeo e un patriota, mangerei tutta la vita italiano": chef Giorgio Locatelli lo ha detto in un'intervista al Giornale. Dopo la chiusura della sua “Locanda Locatelli” a Londra, punto di riferimento della cucina italiana nella capitale britannica per oltre 20 anni, il giudice di Masterchef ha iniziato una nuova avventura in un ristorante alla National Gallery. A tal proposito ha confessato: "Mi sembra di essere rinato. Ho tanti progetti. Stare 23 anni nello stesso ristorante ti limita un pochino. Mi ha colpito l'affetto dei clienti. In tanti mi hanno chiamato per dirmi: E ora dove vado a festeggiare il mio anniversario?".

Poi ha aggiunto che in futuro si vede "nel Sud, in Italia o in Grecia. Sono stufo del grigio di Londra anche se è una città che mi ha dato moltissimo". Parlando della sua gioventù, ha rivelato di essere stato "uno spirito libero, un ribelle. Mio fratello più grande era più ligio". Quindi, l'inizio della sua carriera: "Il proprietario del ristorante dove lavoravo aveva una moglie inglese ed era stato sull'isola di Jersey, sentivi parlare solo di 'sta Londra. Ho anticipato il militare a 18 anni e sono andato. Però il mio curriculum era scarno e mi fu suggerito di andarmi a fare le ossa in Svizzera. Mi ritrovai in questo albergo a Zurigo con Norbert Niederkofler (chef tristellato altoatesino, ndr) a fare io i primi, lui i secondi, gli antipasti assieme e litigavamo".

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Sulla sua esperienza in tv, invece, ha spiegato: "Sento un grande senso di responsabilità verso i giovani, questo è uno show ma tanti giovani sono ispirati da noi. Dobbiamo dare l'idea di una professione un po' più normale, prima fare lo chef era un lavoro da matti. E poi la gente mangia tutti i giorni e la tv sostituisce il passaggio delle tradizioni gastronomiche che c'era nella vecchia società matriarcale e ora non c'è più. E poi un cuoco bravo anche col ristorante pieno può trasmettere il suo pensiero a 100, 200 persone a sera, in tv parli a milioni di persone".

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