"Questo è il primo passo di una lunga trattativa". Paolo Mieli commenta così a In Onda le prime lettere inviate dal presidente Usa sui dazi. Lettere che arrivano con la proroga al primo agosto. "Trump - è la tesi del giornalista su La7 - posticipa il termine di applicazione. La cosa che più mi ha incuriosito è che abbia iniziato con due paesi alleati: il Giappone e la Corea, e sono dazi salati".
E ancora: "Seconda cosa è che ha insistito sul fatto che se la prenderà con i paesi Brics. Per me all'Europa non poteva andare meglio. Il motivo? Lui ha minacciato dazi dal 10 in su, ovviamente se prendi il 10 hai preso il minimo. È il meno peggio. Questo per l'Ue è il momento più adatto, è un momento pessimo fra Trump e Putin. Lui modula il suo atteggiamento nei confronti dell'Ue in base a come vanno i rapporti con Putin. Se fossero andati bene, all'Ue avrebbe dato il 50 per cento dei dazi".
Da qui un esempio: "Il cafone americano tratta come tratta il mercato del sud italiano, all'infinito...". Parole forti che subito vedono intervenire Luca Telese e Marianna Aprile che tentano di raddrizzare il tiro. A quel punto anche Giovanna Botteri prende la parola e, senza discostarsi troppo dal collega, aggiunge: "Le lettere sono dovute perché lui le aveva annunciate entro il 9 luglio, ma gli accordi non ci sono e quindi rimanda. Ora gli Usa sono sotto-choc a causa del Texas. In qualche modo bisogna rilanciare e lo fa così. Tutto questo sta facendo tremare Wall Street che va giù".