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Flotilla, Ana Alcalde nega gli stupri di Hamas

di Michele Zaccardidomenica 28 settembre 2025
Flotilla, Ana Alcalde nega gli stupri di Hamas

(Ana Alcalde, Instagram)

3' di lettura

Ana Alcalde, nota come “Barbie Gaza”, ha definito una «bufala» le aggressioni sessuali perpetrate da Hamas nei confronti delle donne prese in ostaggio negli attacchi del 7 ottobre 2023. «È stato sfatato. È la bufala dello stupro. Le stesse ragazze che sono state rapite si sono fatte avanti dicendo di essere state trattate bene», ha affermato con veemenza l’attivista dalla flottiglia in rotta verso la Striscia, dove da allora gli attacchi militari israeliani hanno ucciso migliaia di persone.

La dichiarazione di Ana Alcalde, durante una tesa intervista al programma “En boca de todos” (Sulla bocca di tutti), trasmesso sul canale televisivo spagnolo Cuatro, si è scontrata, tuttavia, con le testimonianze degli ostaggi israeliani poi rilasciati e con un rapporto delle Nazioni Unite.

«Una di loro» ha aggiunto Alcalde con sprezzo del ridicolo «ha dichiarato di sentirsi brutta perché non le era successo niente». Ma c’è dell’altro. Perché quando le è stato chiesto se sostenesse Hamas, ha risposto di essere «contro l’omicidio, contro il sionismo, contro il suprematismo». «Non auguro la morte, nemmeno agli israeliani; questa è la differenza», ha insistito, esprimendo il suo sostegno alla liberazione degli ostaggi tenuti prigionieri dalla milizia islamista che controlla Gaza.

Ana Alcalde si presenta come la persona incaricata di pubblicare contenuti sulla Global Sumud Flotilla sui social media. Ha più di 140mila follower su Instagram, dove si presenta come femminista e di sinistra. È diventata famosa qualche giorno fa perché ha pubblicato un video sui social mentre balla a bordo di una barca della Flotilla. Assistente sociale, originaria di Granada, con un lungo soggiorno nell’enclave di Ceuta, dove ha conosciuto il consorte marocchino, con cui ha messo su famiglia convertendosi nel 2000 all’Islam e dandogli (secondo le cronache dei media spagnoli) ben sei figli. La bionda della Global Flotilla si è imbarcata a inizio settembre da Barcellona per Gaza, documentando con dovizia di particolari il viaggio. Nel profilo e nella biografia ribadisce che la causa palestinese è diventata il fulcro della sua vita e, attraverso i suoi social network, è diventata un riferimento, anche a livello nazionale e internazionale, apparendo su media come Spanish Revolution.

«Di fronte al silenzio dei media e alla voce palestinese ridotta, mi sono ritrovata nell’obbligo morale e nel dovere etico di essere la loro voce. È il minimo che potessi fare», ha sentenziato l’eroina pro -Pal a un sito locale iberico. La sua, in ogni caso, appare una vera e propria operazione commerciale: è riuscita infatti a dare in pasto ai media una versione glamour e patinata di Greta Thunberg, ma con un’analoga ottusità ideologica. Nei suoi discorsi Hamas non viene mai citato, mentre i massacri del 7 ottobre, gli ostaggi e gli stupri sono una bazzecola, eventi trascurabili rispetto agli eccidi antecedenti e successivi.

Alcalde ha rivendicato la bontà della sua militanza e, parlando dei compagni di crociera, ha definito il viaggio con i toni di una liceale in gita. «L’ambiente» ha dichiarato «è ricco di emozioni e storie che ci arricchiscono ancora di più nella causa, in tanti hanno viaggiato, lo sanno e noi impariamo da loro, instauriamo anche la condivisione dei compiti, gli incontri, e poi il compito comunicativo che è fondamentale affinché fuori e dentro si viaggia insieme alla ricerca della libertà».

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