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Cgil a Roma, Ranucci da Landini: "Dobbiamo combattere"

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sabato 25 ottobre 2025
Cgil a Roma, Ranucci da Landini: "Dobbiamo combattere"

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"Dobbiamo combattere perché ci sia la libertà di stampa e venga approvata la legge sulle liti temerarie, sulle querele che cercano di mettere il bavaglio a noi giornalisti, e questo vuol dire impedire di informarvi, di fare scelte consapevoli": il giornalista e conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, lo ha detto in videocollegamento con la manifestazione "Democrazia al lavoro" indetta dalla Cgil di Maurizio Landini a Roma per protestare contro la manovra. Il giornalista è stato vittima di un attentato la settimana scorsa, quando gli è stata fatta saltare l'auto sotto casa. 

"Tutti noi - ha aggiunto Ranucci - dobbiamo impegnarci per difendere il diritto ad essere informati: non possiamo consentire a nessuno, con le sue scelte, di renderci infelici". Accolto dagli applausi della folla, il giornalista ha ringraziato anche per la solidarietà ricevuta dopo quanto gli è accaduto: "Sono abituato a cose brutte e tanto affetto e tanta dolcezza, passione, vicinanza a me e alla mia squadra è commovente".

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Il conduttore ha poi ringraziato "la Cgil per aver messo in agenda di questa manifestazione la libertà di stampa: il vostro diritto ad essere informati non è una parola vuota, ha un significato incredibilmente vicino alle esigenze della gente. Vuol dire poter spiegare i meccanismi che hanno portato 6 milioni di persone a non potersi curare nel 2024, il 10% della popolazione; spiegare perché oltre 360mila alunni disabili non hanno diritto all'assistenza, perché quasi 6 milioni di individui sono nella soglia di povertà. Vuol dire parlare di sicurezza sul lavoro e spiegare perché mille persone all'anno perdono vita per la mancanza di sicurezza sul posto di lavoro, tra questi anche le forze dell'ordine, in media 65 persone all'anno".

E ancora: "La libertà di informazione serve a spiegare i motivi per cui accadono queste cose, perché e come si commettono circa 50mila reati all'anno contro l'ambiente che avvelenano il nostro futuro. Significa parlare del precariato, in tutte le attività, come nella scuola, dove ci sono circa 300mila precari tra insegnanti e non docenti. E svelare quello che accade nelle zone d'ombra, nei centri occulti per soffocare la democrazia e impedire di continuare a coltivare la memoria, che vogliono cancellarci con iniziative che ci stanno consegnando all'oblio di Stato". 

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