Un post che è destinato a fare discutere. Enzo Iacchetti, dopo la sua avventura da leader dei pro-Pal, indossa i panni del giurista. E sui social pubblica una frase niente poco di meno che di Giovanni Falcone, il magistrato morto nell'attentato di Capaci. "Quando un Governo và contro la magistratura - disse il giudice siciliano -, vuole dire che la mafia si è insediata nelle istituzioni". Parole forti, ma completamente decontestualizzate rispetto a ciò che sta accadendo oggi in Italia.
Prendiamo per esempio lo scontro tra governo e toghe sulla separazione delle carriere. Se avessimo la possibilità di contattare il giudice Falcone, cosa ne penserebbe di questa riforma della giustizia? Tralasciando il paranormale, per rispondere alla domanda dobbiamo tornare indietro nel tempo all'anno domini 1991. "Non sono contrario in linea di principio alla separazione delle carriere - aveva detto in un'audizione al Csm -, ma solo se si garantisce l’autonomia del pubblico ministero dal potere esecutivo".
Com'era ampiamente prevedibile, il post di Iacchetti ha scatenato un dibattito tra i suoi follower. Una presa di posizione, quella di Iacchetti che di fatto chiama in causa un magistrato-eroe strumentalizzando le sue parole in un contesto e in un momento storico del tutto differente da quando il magistrato siciliano pronunciò quelle parole.