"Mentre ero in cucina a fare i tajarin, mi portano per un saluto questo bel ragazzone. Il signore che l’accompagna mi dice 'ha visto che campioncino abbiamo qui?'. Io gli rispondo 'guardi, mi spiace tanto, ma non so chi sia...'. Quello mi fa: 'Ma come, non riconosce Sinner?'. E io: 'Cosa vuole che le dica, abbia pazienza...'": Gemma Boeri, regina delle cuoche di Langa, lo ha rivelato in un'intervista al Corriere della Sera parlando di uno dei tennisti più famosi e conosciuti al momento.
Boeri rilevò il circolo ricreativo del minuscolo comune di Roddino, vicino a Cuneo, nel 1986 e lo trasformò nel tempio dei tajarin, le sottilissime fettuccine all’uovo simbolo della cucina piemontese. Nel suo locale mangiano spesso delle celebrità, "ma per me sono clienti come gli altri", ha puntualizzato lei. A proposito del suo lavoro, ha spiegato: "Impasto 400 uova alla settimana, con le signore del paese e le mie nuore. Come dice il mio amico Luciano Bertello mettendo in fila tutti i tajarin che ho tirato si potrebbe fare il giro del mondo. Ha contato anche i ravioli: 11 mila la settimana".
Parlando dei vip che hanno varcato la soglia del suo locale, ha raccontato: "Il primo fu Gino Paoli, che arrivò con Cesare Giaccone, un grande cuoco di Langa: erano ubriachi persi. Era mattino, non erano andati a dormire, arrivarono per pranzare con un cesto pieno di fieno, ghiaccio e una bottiglia di Champagne". Su Depardieu invece ha detto: "Una persona splendida, io non ci credo mica a tutto quello che adesso dicono di lui. Ci ha trattato come amici di una vita, ha provato a stendere la sfoglia... Faceva ridere quando chiudeva i ravioli, perché ha queste mani così grassocce".
A divertirla di più, però, è stato "Antonio Albanese. Abbiamo fatto le due con Carlin Petrini e dei musicisti. Indimenticabile. Un tempo era normale far festa, suonare le fisarmoniche. Si facevano certi scherzi che ora ti arresterebbero", ha rivelato. Poi, indicando una foto con Peppe Vessicchio, il noto direttore d'orchestra scomparso di recente, ha detto: "Se ci penso mi vien da piangere. Ne ho un ricordo splendido. Persone squisite tanto lui quanto sua moglie. Mi sono innamorata di loro e li pensavo spesso. Bertello l’aveva sentito pochi giorni prima che morisse e Vessicchio gli aveva detto che sperava di guarire per tornare a mangiare qui da noi".