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Imam Torino, la Corte d'Appello conferma il "no" all'allontanamento: resta in Italia

di Redazione martedì 30 dicembre 2025

2' di lettura

La Corte di appello di Caltanissetta ha confermato il "no" all'allontanamento immediato dall'Italia di Mohamed Shahin, Imam di Torino colpito da un provvedimento di espulsione del ministro Matteo Piantedosi. I giudici hanno respinto un reclamo dell'Avvocatura dello Stato contro la precedente decisione del tribunale nisseno. Secondo quanto è trapelato, anche per i magistrati di seconda istanza Shahin deve essere considerato un "richiedente asilo" e quindi non può essere rimpatriato in attesa che si definisca la sua posizione.

"La moschea Omar di Torino, che Imam Shahin si pregia di guidare, collaborava attivamente con l'associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese, che sarebbe al centro delle operazioni finanziarie di cui all'ordinanza della procura di Genova nei confronti di Hannoun, secondo gli inquirenti presidente della stessa associazione - aveva detto Augusta Montaruli, vice capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera -. Lo ammette la stessa moschea nella propria attività di propaganda annunciando venerdì di sermoni dedicati a Gaza. Ora come non si fa a ritenere pericoloso chi, come da indicazioni del Governo Meloni, doveva già essere espulso dal territorio nazionale? A conferma della pericolosità del sedicente Imam Shahin, non ci sarebbe solo l'intercettazione emersa dall'inchiesta, ma un filo inquietante che lo collega ad Hannoun con collaborazioni attive, di cui parla chiaramente quel materiale che sottopone all'attenzione degli inquirenti e del Viminale Peraltro è la stessa moschea Omar che sui social condivide convegni in cui si annuncia la presenza di Hannoun, oltre che quella degli indagati Lana e di Falstin".

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E ancora: "Nello specifico a quel convegno da ultimo condiviso dalla moschea di Shahin si annunciava la partecipazione di un predicatore noto alle cronache, come Brahim Baya, e di un consigliere comunale del Pd, tutti soggetti attivatisi nella campagna mediatica per impedire l'espulsione dell'Imam, come si evince nei rispettivi profili e dagli organi di stampa. È inquietante come emergano questi contatti che Internet porta alla luce e su cui chiediamo più di una spiegazione anche al Sindaco dem di Torino. Non è più prorogabile quindi l'allontanamento di Shahin: il muro di difesa eretto da propagandisti, sinistra e una certa magistratura a sua difesa non può più reggere. Al di là delle responsabilità pensali l'espulsione che è un atto amministrativo con funzione preventiva oggi è più che mai necessario". 

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