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Terremoto in Turchia, Feltri smonta i "gretini": ecco il vero problema

di Vittorio Feltri mercoledì 8 febbraio 2023

2' di lettura

Il terremoto che ha squassato la Turchia e la Siria e ha provocato migliaia di vittime ha messo i brividi a tutta l’umanità. Altro che surriscaldamento del pianeta a cui sono state attribuite conseguenze disastrose. La povera Gretina si renderà conto che i problemi sono altri, non certo alcuni gradi di temperatura in più che al massimo possono costringerci a sfruttare di più l’aria condizionata presente ormai in quasi ogni abitazione. Purtroppo la natura va per conto suo e spesso decide il destino delle genti, quando si scatena è incontenibile e combina disastri irreparabili. Noi italiani abbiamo una certa dimestichezza con le scosse telluriche, quelle che rasero al suolo Messina e il Belice e più recentemente Amatrice e dintorni. Abbiamo perso il conto dei morti.


L’Abruzzo è ancora sottosopra e gli abitanti, mai sufficientemente soccorsi, aspettano i mezzi per avviare la costruzione degli edifici abbattuti dal sisma. Dopo quanto accaduto in Turchia e in Siria, che non sono poi tanto distanti dall’Italia, dovremmo imparare a temere maggiormente quello che accade nel sottosuolo, invece di preoccuparci troppo se nelle città e nelle campagne nell’ultima estate il termometro ha segnato un paio di gradi in più dell’anno precedente. Posso capire che capiti di tremare per il freddo a gennaio e magari anche a febbraio, ma trovo stupido che una crescita comunque modesta della temperatura scateni il panico. Le variazioni termiche si sono sempre verificate e si verificheranno sempre.


L’uomo è abituato a certi sbalzi e ha imparato ad adattarsi al clima senza soffrire esageratamente. Mentre non è capace di contrastare i danni causati dai terremoti che giungono all’improvviso e ci trovano tutti impreparati, come insegna l’esperienza. Erroneamente trascuriamo di costruire edifici antisismici, siamo convinti che le nostre case e i nostri palazzi siano in grado di resistere ai devastanti capricci della terra che calpestiamo allegramente pensando sia nostra amica. Non immaginiamo che le botte provenienti dagli abissi siano ripetibili e devastanti. Periodicamente siamo afflitti dai terremoti e ci illudiamo che le scosse siano uniche, viceversa sono periodiche e dovremmo imparare a difenderci da esse nell’unico modo possibile, ossia in edifici fortificati che non crollino come fossero di cartone. Non c’è altro modo per proteggersi dai terreni ballerini che periodicamente si scatenano con una furia diabolica. Inoltre è indispensabile costituire delle forze di soccorso capaci di intervenire tempestivamente per limitare i morti e i feriti. Soprattutto i nostri governi di fronte a certe tragedie dovrebbero essere in grado di rimettere in sesto ciò che è stato ridotto a un cumulo di macerie. Al posto di ascoltare le parole deliranti di Greta vediamo di agire con buon senso.

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