Enrico Letta
Enrico Letta non sta sereno, anzi persiste a reputare di avere idee geniali. Come fare dell’immigrazione e della sua (non) gestione un argomento a favore del buongoverno del Piddì. Non sappiamo chi glielo faccia fare, a un secchione tardodemocristiano pensionato per la seconda volta dal suo partito, di gettarsi all’arma bianca nella polemica mediatica brandendo un tema che sconfina nel masochismo, eppure è cronaca. Assemblea dem convocata per incoronare la leadership gruppettara di Elly Schlein. Enrico sermoneggia in maglioncino grigiastro, che è tutto un programma non solo cromatico, l’immagine è di uno che ha già un piede sull’aereo per Parigi e il grande ritorno all’École Sciences-Po, dove chi non riesce a realizzare politica la insegna. Le parole però sorprendono, Enrico sente di avere un ultimo guizzo, del resto il mainstream sciacallo che accusa Meloni e Salvini di rea festa di compleanno quasi lo invoca. E allora parte ispirato: «A chi afferma che il tema destra-sinistra è tutto superato, dico no. Destra e sinistra non sono la stessa cosa». Uno si aspetta che a questo punto riprenda l’immortale distinzione gaberiana “Il culatello è di destra/ la mortadella è di sinistra”, e invece Enrico entra a gamba tesa sul dramma del mare e delle vite spezzate, e lo fa con la prosopopea di chi si sente dalla parte giusta della storia. «Quando ci fu la tragedia di Lampedusa, il giorno dopo il governo era lì».
LA SCIAGURA
Letta si riferisce alla strage del 3 ottobre 2013: 368 morti accertati, circa 20 dispersi presunti, tutti migranti di origine eritrea ed etiope. Il barcone su cui si trovavano si piantò bruscamente a circa mezzo miglio dall’Isola dei Conigli, arcipelago siculo delle Pelagie. Momenti di panico, i passeggeri stipati dai trafficanti di uomini si agitano e una parte si sposta tutta da un lato, l’imbarcazione è troppo piena e già in equilibrio precario, si rovescia. Alcuni pescherecci danno l’allarme, qualcosa si inceppa nella filiera dei soccorsi, la Guardia Costiera arriva quasi un’ora dopo. Uno scenario terribilmente simile a quello di Cutro, che quindi usando le categorie militanti onnipresenti in questi giorni sui giornaloni andrebbe imputato al governo di allora, presieduto da tal Letta Enrico. Che certo, si recò a Lampedusa, «e soprattutto» - rincara il nostro - «il giorno dopo l’Italia prese le sue responsabilità e costruì a livello europeo la prima grande operazione di salvataggio, Mare Nostrum». Una frase che innalza il concetto di faccia di tolla a vette dadaiste. Anzitutto, come è noto anche al più scalcinato cronista dell’ultima gazzetta locale, Mare Nostrum non fu mai un progetto «a livello europeo».
Anzi, fu il gancio generosamente offerto dai vassalli piddini ai papaveri di Bruxelles, che non si presero in carico alcuna quota rilevante di migranti, non accettarono alcun principio serio di redistribuzione e si scoprirono d’improvviso nazionalisti, visto che le coste “europee” ridiventano di colpo “italiane”. Ma soprattutto Mare Nostrum, costato 9 milioni al mese al contribuente non fu affatto «un’operazione di salvataggio». Nel 2014 i morti dovuti alle traversate nel Mediterraneo centrale furono 3.126. Per focalizzare le dimensioni, visto che la morte singola è sempre tragedia non contabilizzabile, ma la politica (specie se rivendicata) è incatenata ai numeri: si tratta di una cifra circa doppia rispetto all’anno scorso, e circa tripla rispetto all’anno in cui Salvini ha gestito la politica migratoria. Mare Nostrum, cioè, ha rappresentato nei fatti, che sono gli unici carnali e inaggirabili come le esistenze cancellate, un fattore attrattivo per la delinquenza che traffica in esseri umani, in speranze, in chimere, in morte. Che ora l’ex capo del Pd lo sbandieri davanti ai cadaveri caldi per rivendicare una differenza operativa e (al solito) morale della sinistra, è il capovolgimento definitivo. Perché sì, si recarono a Lampedusa, lorsignori, sull’ostentazione della coscienza lacerata sono impareggiabili. Dopodiché, scelsero politiche che moltiplicarono la strage. Sempre con la suddetta coscienza a posto, ovviamente.