L’onorevole Alessandro Zan intende rilanciare in Parlamento la sua proposta di legge contro l’omotransfobia, in sostanza il carcere per chi non la pensa come lui. Il provvedimento è già stato bocciato nella scorsa legislatura ma Zan, forte dell’appoggio della neo segretaria del Pd Elly Schlein, vuole riproporlo anche sulla scia delle polemiche relative alla mancata trascrizione in Italia dei bambini nati all’estero tramite la famigerata pratica dell’utero in affitto.
FALSO IN ATTO PUBBLICO - Rimane un mistero perché gli Ufficiali dell’anagrafe dovrebbero commettere un falso in atto pubblico indicando come genitori del neonato due uomini omettendo nel contempo il nome della madre che lo ha partorito, ma per il movimento Lgbtq queste sono quisquilie, bazzecole e pinzillacchere come diceva il grande Totò.
Perché il vero problema, sostiene Zan imperversando su tutti i media (vedi per esempio Espresso/Repubblica), sono i 150mila bambini nati con questa pratica a cui bisogna pure dare una risposta.Allora vorrei aggiungere, parafrasando il vecchio principio del giornalismo di separare i fatti dalle opinioni, che bisogna anche non confondere i fatti dalle balle cosmiche, che troppi giornalisti bevono o perché sono cretini o perché sono in malafede.
Secondo i dati Istat infatti, nei sette anni successivi all’entrata in vigore della legge sulle Unioni Civili, soltanto 18mila coppie hanno stipulato il relativo contratto, mentre negli stessi anni ci sono stati circa un milione di matrimoni tra uomini e donne.
Quante di queste coppie omosessuali in questi anni possono aver fatto ricorso all’estero all’utero in affitto? Qualche centinaio o forse si è superata la soglia dei mille? E gli altri 149 mila oltre che nella testa di Zan, e di chi fa finta di credergli, dove sarebbero?
LA RIFORMA DEL 2012 - La verità è che per merito di Gianni Letta e del sottoscritto, che aveva nel governo Berlusconi la delega alle Politiche familiari, venne messa in cantiere la riforma del diritto di famiglia, entrata poi in vigore nel 2012, che ha totalmente parificato i diritti dei bambini nati dentro o fuori del matrimonio, mentre nel caso di quelli già in Italia nati dall’utero in affitto si può ricorrere all’istituto dell’adozione speciale. Per il futuro invece, rendendo quello dell’utero in affitto reato universale, si potrà finalmente mettere fine a questo triste fenomeno di sfruttamento dei ricchi sui poveri e di privazione del sacrosanto diritto di un bambino di nascere e crescere con un padre e con una madre.