Costrette a viaggi sempre più lunghi (quindi costosi), spesso ferme per giorni in mare, e limitate dal decreto Piantedosi, le Ong hanno drasticamente ridotto le missioni in mare. In questo momento, per esempio non ci sono navi della Sea Watch nel Mediterraneo. L'organizzazione con il suo velivolo Seabird si limita a "segnalare" eventuali imbarcazioni di migranti in pericolo. E così Giorgia Linardi, che della Sea Watch è portavoce dal 2018, ora ha come obiettivo numero uno non il salvataggio dei migranti ma l'"affondamento" di Matteo Salvini e del governo Meloni. In queste ultime settimane, la bionda "miss Ong" comasca imperversa nei salotti tv - da PiazzaPulita a Tagadà - per sparare contro l'esecutivo. Lo ha fatto ieri da Tiziana Panella, e di nuovo oggi 29 marzo parlando con Adnkronos.
Dopo il comunicato della Guardia costiera della scorsa domenica in cui si accusano le ong di intralciare le operazioni di soccorso degli assetti statali, la Linardi colpita nel vivo passa al contrattacco: "Mai prima d'ora la Guardia costiera si era espressa con una simile aggressività e in termini che potrebbero anche essere visti in contraddizione con il diritto internazionale, che impone a chiunque abbia notizie di persone in pericolo in mare di informare le autorità competenti e fornire aggiornamenti sullo sviluppo della situazione".
E ancora: "Credo che si debba leggere in maniera politica quel comunicato, non a caso oggi la Guardia costiera è retta dal ministro Salvini che si è contraddistinto per la capacità di fare propaganda politica. Oggi la Guardia costiera è strumentalizzata". Ecco, "non a caso", "Salvini". Miss Ong si scatena: "È scorretto e ingiusto ridurre quanto sta accadendo in quel mare a uno scontro tra ong e Guardia costiera". Se non fosse abbastanza chiaro il suo pensiero, la Linardi precisa che non vuole puntare il dito contro la Capitaneria di porto ma proprio contro le "politiche di questo e dei precedenti governi italiani ed europei". "È importante che le responsabilità su quanto sta accadendo vengano attribuite al livello politico e non alle ong o alla guardia costiera, che hanno come unica missione il salvataggio di vite in mare", chiarisce la portavoce della Sea Watch.
La quale in un ultimo delirio sostiene che "le ong sono diventate un testimone scomodo nel Mediterraneo perché raccontano all'opinione pubblica la vergogna delle politiche europee" e che "senza la flotta del soccorso civile non si sarebbe saputo nulla dell'atteggiamento scellerato della Guardia costiera libica che sparava lo scorso weekend o degli altri 30 morti del naufragio del 12 marzo a pochi giorni di distanza dalla strage di Cutro. La presenza delle ong in mare è poco funzionale alla politica europea, perché ne rende pubblico l’altissimo costo in termini di vite umane". E conclude: "Si continua a ostacolare la presenza del soccorso civile, che potrebbe essere di supporto alla Guardia costiera come lo è stato in passato". Insomma, per la Linardi è sempre colpa di Salvini...