“Serve una ripresa delle discussioni al più presto per costruire una pace duratura”: Emmanuel Macron ci riprova. Il presidente francese ha incontrato il leader cinese Xi Jinping a Pechino e durante la visita di Stato ne ha approfittato per mettere sul tavolo il tema della pace in Ucraina. Non è la prima volta, e probabilmente non sarà nemmeno l’ultima, che il capo dell’Eliseo interviene nella speranza di essere lui l’artefice dello storico armistizio tra Mosca e Kiev. Macron ci sta provando ininterrottamente fin dagli albori dell’invasione del territorio ucraino. Quasi un’ossessione, insomma. Il motivo, però, resta sconosciuto. Lo fa perché davvero mosso dall’intenzione di mettere fine al conflitto in modo diplomatico o solo per se stesso? Magari per essere ricordato come colui che ha reso possibile una trattativa, ora praticamente impossibile, tra le parti?
Tra l’altro, una buona riuscita di questa operazione potrebbe dargli un po’ di tregua anche a livello nazionale. Al momento, infatti, Macron non se la passa benissimo in Francia. E il motivo è rappresentato dalla riforma delle pensioni, che ha già scatenato un’enorme ondata di proteste da parte dei cittadini francesi. La legge, infatti, che innalza gradualmente l'età di uscita dal lavoro da 62 a 64 anni, è stata blindata proprio da lui, il presidente. Ecco perché un trionfo in ambito diplomatico e l’affermazione come figura di spicco europea potrebbero sicuramente tornargli utili a livello di immagine. Di qui la sua tenacia anche durante il bilaterale con Xi: i due hanno parlato della necessità di evitare qualsiasi escalation e di riavviare al più presto negoziati di pace. Macron, in particolare, ha detto al suo omologo cinese che conta su di lui per "riportare la Russia alla ragionevolezza".
Peccato che nemmeno questa sembra essere la volta buona per Macron: dal Cremlino hanno già fatto sapere che è stata esclusa la possibilità di una mediazione cinese per fermare i combattimenti in Ucraina. "Per il momento, non abbiamo altra soluzione che continuare l'operazione militare speciale”, ha dichiarato il portavoce Dmitry Peskov. D’altronde, che Macron non fosse proprio la figura adatta a mediare si era capito ben prima dell’inizio della guerra. Nei primi giorni di febbraio 2022 il capo dell’Eliseo, così come altri capi di Stato e di governo, incontrò Putin in Russia per cercare di convincerlo a evitare lo scontro. E dopo quel bilaterale, si spinse a dire che aveva ricevuto delle garanzie dallo zar e che non ci sarebbe stata nessuna escalation. Tutti, però, sappiamo com’è andata a finire.
Un altro tentativo, poi, il presidente francese lo fece a maggio dell’anno scorso, quando ebbe un colloquio telefonico con il leader del Cremlino durato oltre 2 ore. Colloquio durante il quale Macron fece un appello a Putin affinché la Russia fosse “all’altezza delle sue responsabilità di membro permanente del Consiglio di sicurezza dell’Onu, mettendo fine alla sua aggressione devastatrice”. Quell’appello, però, è caduto nel vuoto, visto che l’aggressione continua ancora oggi. Un’altra telefonata, poi, vide anche la partecipazione del cancelliere tedesco Olaf Scholz. A fine maggio, lui, Putin e Macron parlarono di vari temi come il blocco del grano, le trattative di pace e la liberazione dei prigionieri dall’acciaieria Azovstal. Pur riuscendo a strappare qualche concessione sul primo punto, non ci fu nulla da fare per il capitolo della pace. Anche se lo zar disse di essere aperto al dialogo, allo stesso tempo fece notare pure quanto non gli andassero giù le sanzioni e la fornitura di armi a Kiev da parte dell’Occidente.
A ottobre 2022, allora, il capo dell’Eliseo decise di giocarsi la carta del Papa. Bergoglio ricevette il presidente francese in Vaticano e il loro colloquio durò 50 minuti circa. Durante quell’incontro, Macron avrebbe chiesto al Pontefice di mediare per un accordo in Ucraina sentendo direttamente la Russia e il governo di Kiev. E Papa Francesco avrebbe dato un assenso di massima a promuovere un dialogo.
In un’intervista avvenuta a dicembre 2022, invece, Macron disse alla Cbs: “Mantengo sempre regolari contatti diretti con Putin. L'isolamento è la cosa peggiore”. E aggiunse: "L’unica strada per trovare una soluzione al conflitto è tramite trattative”. Poco dopo le sue dichiarazioni, però, il Cremlino gli sbatté la porta in faccia. “Lui (Macron) ne ha parlato più volte, dicendo di voler mantenere i contatti e il dialogo con Putin, ma finora non sono stati compiuti passi concreti in questo contesto", fece sapere l'assistente presidenziale russo Yury Ushakov.
Il capo dell’Eliseo, però, non si diede per vinto e a fine dicembre decise di organizzare, insieme al presidente americano Joe Biden, la conferenza di Parigi, un vertice a sostegno dell’Ucraina. Sebbene questo vertice avesse l’obiettivo di portare risposte concrete a brevissimo termine a Kiev sul fronte delle armi e degli aiuti, se ne approfittò anche per parlare del piano di pace ucraino, basato sull’“integrità territoriale dell’Ucraina e sulla sua sicurezza energetica, alimentare e nucleare“.
Infine a inizio febbraio 2023 il presidente francese ha visto il leader ucraino Volodymyr Zelensky. Un’altra occasione per dire tanto e fare poco. Il capo dell’Eliseo ha espresso al leader di Kiev "la solidarietà, il sostegno e la volontà di accompagnare l'Ucraina verso la vittoria, verso la pace, e verso l'Europa".