È entrato alle battute finali, con i principali nodi in via di scioglimento, l’esame del Decreto Lavoro in Commissione Affari Sociali del Senato. Tra le novità di ieri, l’approvazione di un emendamento, che introduce un “bonus turismo” destinato ai lavoratori del comparto, stabilimenti termali compresi. In base alla modifica, viene riconosciuta a chi ne ha diritto «una somma a titolo di trattamento integrativo speciale, che non concorre alla formazione del reddito, pari al 15 per cento delle retribuzioni lorde corrisposte in relazione al lavoro notturno e alle prestazioni di lavoro straordinario». Il periodo di applicazione sarà dal primo giugno al 21 settembre di quest’anno. Questo beneficio è volto a «garantire la stabilità occupazionale e sopperire alla eccezionale mancanza di offerta di lavoro nel settore turistico, ricettivo e termale». Spesa totale prevista è di 54,7 milioni per il 2023, e a poter accedere al bonus saranno quei lavoratori dipendenti del settore privato che abbiano un reddito fino a 40mila euro.
Si tratta, dunque, di una misura che certamente raccoglie due istanze: quella dei lavoratori, che chiedono un trattamento economico più consistente e quella delle imprese che, come noto, spesso sono in affanno nella ricerca di personale. Ancor più a fronte di una stagione, come quella agli albori, dove ci sono previsioni positive per il settore. Per quanto riguarda, poi, il percorso del decreto, altro emendamento che ieri è stato approvato riguarda la proroga dello smartworking per i lavoratori fragili e con figli sotto i 14 anni. Al momento, però, l’iniziativa riguarda soltanto il settore privato, mentre per la pubblica amministrazione è ancora in corso una valutazione sulle coperture.
Un’altra modifica approvata concerne invece lo strumento che andrà a sostituire il reddito di cittadinanza. Quegli occupabili destinatari dell’assegno di inclusione, nel caso in cui abbiano figli sotto i 14 anni, saranno tenuti ad accettare un’offerta per un contratto a tempo indeterminato solo se il luogo di lavoro dista meno di 80km o è comunque raggiungibile in due ore con i mezzi pubblici. Questo, anche nel caso in cui i genitori «siano legalmente separati». In discesa, poi, il dossier “fringe benefit”. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, spiega all’agenzia Ansa che la copertura per esentare questa particolare tipologia di compensi dagli oneri contributivi è stata trovata: 190 milioni. Ed è quindi in arrivo un emendamento che sarà votato in Commissione martedì, a firma della relatrice, la senatrice di Fratelli d’Italia Paola Mancini. Quest’ultima ieri, a margine del lavoro sulle ultime questioni da affrontare, ha spiegato che i commissari contano di licenziare il testo martedì per portarlo in Aula il giorno successivo.