Dopo l’ennesima tragedia dovuta al fanatismo di essere qualcuno sui social, sarebbe il caso di porsi qualche domanda. Mettendo in chiaro alcune cosette. La prima riguarda la stupidità del genere umano: è sempre esistita e sempre esisterà. Si aggiorna ai tempi.
E questi sono tempi in cui i social innescano un meccanismo tossico di moltiplicazione, di cui siamo qui a parlare solo perché la disgrazia ha colpito (oggi) una mamma con il figlioletto, uccidendolo. Il meccanismo tossico è questo: gente solitamente senza arte né parte diventa qualcuno perché riesce ad alzare sempre più in alto l’asticella dell’idiozia umana. Così ecco le sfide più assurde, cosiddette challenge, con il telefonino in modalità di registrazione; magari pure in diretta. Così si diventa qualcuno, si prendono like e l’ex morto di fama acquisisce sul campo i galloni di youtuber o influencer.
L’aumento dei like e dei follower è direttamente proporzionale all’idiozia del contenuto e dei suoi attori. La piattaforma ovviamente gode perché tiene in constante aggiornamento la banca dati dei profilati, i quali sono per lo più giovani e giovanissimi. Per di più abbastanza tonti, boccoloni e “sudditi”: insomma perfetti nella sorveglianza predittiva. Per questo youtuber produttori del niente cosmico vengono pagati attraverso le monetizzazioni dei video. I quali video nei casi gravi possono portare a una disgrazia, in altri portano all’imbecillità dilagante, al degrado culturale e pure semantico.
Possono essere le prove estreme o i video di questi trapper con linguaggi criminali e beceri come “palinsesto” dei nuovi linguaggi Più si alza l’asticella e più il gruppo di beoti globali si eccita e condivide. E anziché far scattare una reazione sociale di condanna, l’emulazione diventa virale grazie a un algoritmo ben gestito.
A questo punto però non si può pensare che Google (proprietario di YouTube), Meta (proprietario di Facebook, Instagram e Whatsapp) o Tik Tok possano restare immuni dalla regressione in corso e dalla diffusione di certi video. Sulle nuove televisioni, YouTube è installato di default, al pari dei canali televisivi tradizionali ma con maggiore potenza di fuoco (tra pochi giorni uscirà il mio libro “Moderno sarà lei” dove tratterò abbondantemente anche questi temi) e quindi si tratta di capire una volta per tutte se siamo in presenza di una piattaforma di condivisione o un vero e proprio editore. Il nodo va risolto ora perché lorsignori non possono fare le battaglie di “pulizia” e di “verità” circa la cattiva informazione attraverso il fact-checking (e avrei molto da commentare su tali modalità in odor di propaganda) e poi sfornare youtuber beceri, bulli, coatti e pericolosi.
I signori di YouTube (Google), Facebook e Tik Tok non possono censurare - come ben sono capace di fare ciò che politicamente fa comodo a molti e non monitorare quel che sta accadendo nel loro mondo: il meccanismo di vitalità è nelle loro mani! Se un direttore risponde oggettivamente di ciò che viene pubblicato sui giornali, sarebbe bene che qualcuno cominciasse a denunciare i Padroni della rete, i signori della raccolta pubblicitaria targettizzata. Se gli over the top alimentano youtuber e influencer è perché loro ci guadagnano infilando nella Rete (che controllano minuziosamente) un pubblico gregge. Pensare dunque che siano esenti da responsabilità è un giochino che non può più reggere. Qualcuno deve stanarli: fare i moralisti sulle fake e nello stesso tempo non dire nulla su certi contenuti non dev’essere più consentito. O bloccano questo meccanismo distorto e devono essere puniti penalmente e civilmente.
Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.