Occupazione, arrivano segnali positivi. Nei primi 5 mesi dell’anno aumentano i contratti, soprattutto quelli a tempo indeterminato, e il saldo tra assunzioni e cessazioni è di 809mila nuovi rapporti di lavoro, in crescita rispetto allo stesso periodo del 2022. Insomma, c’è la versione dei fatti offerta dalle opposizioni, che protestano per la fine del reddito di cittadinanza, accusando il governo di lasciare senza tutela migliaia di persone; e poi c’è la fotografia della realtà, che ritrae un mercato del lavoro molto dinamico, dove le opportunità ci sono e appaiono più stabili che precarie.
INPS
Non lo dice l’esecutivo, ma l’Inps, che ha pubblicato uno studio sull’andamento dell’occupazione da gennaio a maggio. Periodo in cui sono stati attivati, solo nel settore privato, 3,4 milioni di nuovi rapporti di lavoro, mentre le cessazioni sono state quasi 2,6 milioni, con un saldo positivo di 809.671 contratti. Numeri positivi, anche in relazione agli stessi cinque mesi del 2022 (+751mila). E le buone notizie non finiscono qui. Perché, andando nel dettaglio, cresce il saldo netto dei contratti a tempo indeterminato (+274.230) rispetto a quelli a termine (+191.278). Dati che si invertono se si guarda al solo mese di maggio (+50.047 determinati contro +23.867 stabili), ma i numeri sono influenzati dall’inizio dell’estate e dal ricorso ai contratti stagionali (+95.501) per rispondere alla maggiore domanda di servizi e manodopera a partire dal turismo e dall’agricoltura.
L’Osservatorio Inps sottolinea anche che le trasformazioni da tempo determinato fino a maggio 2023 sono risultate 340.000, ancora in aumento rispetto allo stesso periodo del 2022 (+10%). Altri numeri: in flessione risultano le assunzioni dei contratti in somministrazione (-9%), a tempo indeterminato (-5%) e di apprendistato (-4%); per gli altri contratti si registra un aumento: tempo determinato +2%, lavoro intermittente +4%, stagionali +5%. Le cessazioni, si diceva, sono state 2.598.000, in lieve diminuzione rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (-3%). Concorrono a questo risultato i contratti a tempo indeterminato (-9%), i contratti in apprendistato (-6%), i contratti in somministrazione (-8%). In aumento risultano le cessazioni di contratti a tempo determinato (+1%), contratti stagionali (+3%) e di lavoro intermittente (+5%).
L’Inps fornisce anche la differenza trai flussi di assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi. A maggio è positivo per 478.000 posizioni di lavoro. Per il tempo indeterminato la variazione risulta pari a +385.000 unità. Le attivazioni di rapporti di lavoro incentivati nei primi cinque mesi del 2023 presentano una variazione negativa pari al -11% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un dato questo, viene spiegato, che risente del fatto che le circolari attuative sugli esoneri totali previsti dall’ultima manovra sono state pubblicate nel mese di giugno. L’agevolazione «Decontribuzione Sud» segna una crescita del 7% confermandosi come l'agevolazione di maggior impatto, quantomeno per il numero di dipendenti coinvolti.
VOUCHER
C’è poi il tema dei voucher, reintrodotti dal governo Meloni. I lavoratori impiegati con contratti di prestazione occasionale (Cpo) a maggio si attestano intorno alle 17mila unità, in aumento del 9% rispetto allo stesso mese del 2022. E poi c’è il tema del reddito di cittadinanza. Dopo i primi 159mila sms di stop arrivati a fine luglio, altri 32.850 messaggi saranno inviati oggi dall'Inps. «Gentile utente, il 31 agosto terminerà il suo periodo di fruizione del Rdc. Dal 1 settembre parte la nuova misura Supporto formazione e lavoro. Info e Faq sui siti Inps e ministero del Lavoro». Questo è il testo del messaggio in arrivo da parte dell’Istituto. Dal primo settembre per gli occupabili che escono dal Reddito scatterà il Supporto per la formazione e il lavoro (Sfl) e dal primo gennaio 2024 l’Assegno di inclusione (Adi) destinato alle famiglie che hanno tra loro componenti minori, disabili o over-60 e prese in carico dai servizi sociali.