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Lampedusa, cortocircuito-Pd: sbarchi e "migrante maniaco", sinistra a picco

di Claudio Brigliadori giovedì 14 settembre 2023

4' di lettura

Non sarà un "complotto contro l'Italia", quanto sta accadendo a Lampedusa in queste ore, ma di sicuro è l'immagine plastica di due crisi: quella dell'Europa, indifferente o impotente di fronte all'emergenza dell'immigrazione nel Mediterraneo, e quella del Pd, intrappolato nelle sue contraddizioni devastanti. Nessuno, a sinistra, pare aver voglia di parlarne a viso aperto. D'altronde, il rischio di perdere faccia e consensi (sia dall'ala radical sia da quella più moderata) è enorme.

Finché il Pd è stato al governo, le parole chiave sono state accoglienza e porti aperti. Quando era il caso, ha scelto di scendere a patti con le autorità ben poco democratiche della Libia (per volontà dell'allora ministro degli Interni Marco Minniti, oggi considerato un parìa al Nazareno). Ora che si trova all'opposizione, contesta impunemente alla premier Giorgia Meloni di aver fatto lo stesso (con la Tunisia) e, non pago, con i suoi maggiori amministratori locali (governatori e sindaci, da Nord a Sud) contesta alla maggioranza di distribuire sul territorio troppi migranti, facendo esplodere città e province.

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Tuttavia, attacca alla radice l'unica politica possibile, quella di combattere direttamente gli scafisti per frenare il traffico illegale di essere i umani tra Africa ed Europa, considerandola pura utopia. Ma al tempo stesso è vietato denunciare la totale inconsistenza delle autorità di Bruxelles che continuano a considerare gli sbarchi un problema italiano, non comunitario. E si arriva al paradosso, soprattutto sui media, di "comprendere" le posizioni ostili di Francia e Germania, che vorrebbero rispedire qua 12mila irregolari, quando i Paesi membri dell'Ue negli anni passati hanno di fatto ignorato ogni accordo sulla redistribuzione dei migranti. Tanto da far venire un dubbio: non sarà perché a Palazzo Chigi c'è la Meloni, e dunque ogni attacco al nostro governo è un attacco al nemico di centrodestra?

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COMPLOTTO O NO?

Un punto, questo, che si sta facendo strada nei partiti della maggioranza. Anche in Forza Italia, colonna del Ppe e non tacciabile di euro-scetticismo. "Nei confronti dei governi di centrodestra c'è sempre stata ostilità, questo è sotto gli occhi di tutti. L'ipotesi che dietro gli sbarchi di migranti di questi giorni ci sia un complotto contro l'Italia va verificata, ma è sul tavolo. Non ci sono certezze", spiega a L'aria che tira, su La7, la presidente dei senatori azzurri Licia Ronzulli. Ipotesi respinta con sdegno, come anticipato, dagli esponenti di centrosinistra. "Salvini dice che esiste una regia politica dietro gli sbarchi in Italia? Ma quale regia politica! Abbiamo grandissima responsabilità nei confronti di queste persone, creiamo noi il disagio che le costringe a scappare. È vergognoso e immorale: non c'è destra e sinistra, ci sono solo esseri umani", accusa il medico Pietro Bartolo, europarlamentare dem da sempre vicinissimo alle Ong. La colpa, insomma, è anche storica e culturale. Ma solo se a comandare sono gli altri, "i fascisti" e dintorni.

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INDIGNATI A SCOPPIO RITARDATO

Non stupisce il rossoverde Angelo Bonelli, che definisce la politica del governo "frutto di una propaganda assolutamente fallimentare": "L'unica strategia criminale - prosegue - è quella che insieme a Meloni ha messo in atto stipulando gli accordi sui migranti in Tunisia, insieme all'autocrate Kais Saied, al quale hanno promesso 250 milioni di euro per controllare le frontiere. Ecco la vera strategia criminale, ed ecco chi ha organizzato centinaia di barconi carichi di migranti. Non si può più nascondere il fallimento di chi oggi utilizza esclusivamente lo strumento della propaganda per governare questo Paese, facendo contemporaneamente la guerra alle Ong che salvano vite umane". Cosa fanno i suoi colleghi del Pd per alleviare l'emergenza a Lampedusa? Una risposta la dà il sindaco dem di Firenze Dario Nardella, che parla a nome di molti primi cittadini progressisti: "Le città sono in una situazione drammatica, con i migranti che arrivano da un giorno all'altro, senza strutture, né strategia e con un governo che pensa di risolvere i problemi usando i muscoli e alzando la voce". Non si ricordano proteste in questo senso nel drammatico biennio 2016-18, nei governi Renzi e Gentiloni. Si ricordano, invece, gli appelli universali contro la tolleranza zero del Viminale, quando ministro era Matteo Salvini nell'esecutivo gialloverde. I numeri di sbarchi raggiunsero il minimo storico, a cavallo tra 2018 e 2019. Allora erano troppo pochi, frutto di un governo disumano. Oggi sono troppi, frutto di un governo altrettanto disumano. 

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MANO LUNGA, LINGUA CORTA 

Un cul de sac, non c'è che dire. E mentre Meloni e i suoi ministri stanno prendendo in esame ogni nuova strategia per costringere Bruxelles a scendere in campo (e in mare) ed Elly Schlein e compagni continuano a richiedere un ritorno della missione Mare Nostrum, non risultano particolari commenti su un caso certo marginale, rispetto al dramma generale, ma significativo. Un migrante, appena messo piede a Lampedusa, ha pensato bene di palpare il sedere a una incredula giovane volontaria accorsa per rifocillare quei disperati, quasi tutti uomini e giovani e con molti minorenni. Ce ne sarebbe a sufficienza per provocare l'indignazione delle femministe. Ma poverino, forse bisogna comprendere il ragazzo: sarà stata la stanchezza del lungo viaggio.

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