Premessa: nella mia ottica, non c’era e non c’è alcun bisogno della grave pagina giudiziaria di ieri (riguardante sua moglie e sua suocera) per regolare i conti – politicamente parlando – con Aboubakar Soumahoro. E non tanto perché la responsabilità penale è personale (e in questo caso, le imputazioni non riguardano il parlamentare). Ma perché (e qui invece il deputato con gli stivali viene letteralmente travolto, anzi “asfaltato”, come si usa dire sui social) è altrettanto personale pure la responsabilità politica.
Dal punto di vista politico, infatti, come si può credibilmente difendere uno che, al di là della qualificazione giuridica dei fatti che avverrà in un tribunale, non si era accorto di nulla di ciò che accadeva attorno a lui? Peggio ancora: come si può difendere uno che non si era accorto di nulla pure se (qualora risultasse giudiziariamente verificata anche una minima parte delle ipotesi accusatorie) i comportamenti contestati ai suoi familiari stracciavano e mettevano in burla gli ideali da lui retoricamente proclamati?
Per capirci: è come se a casa di un politico ultrapuritano si stampasse materiale pornografico estremo. O come se i familiari di un politico noto perla difesa accorata dei diritti civili fossero accusati di propaganda omofoba. In casi simili – tribunali o no – il politico in questione risulterebbe seppellito dalle risate. E questa è oggi la sorte dell’onorevole Soumahoro. Mala triste verità è un’altra, e qui – quasi quasi – il signor Aboubakar fa più tenerezza che rabbia. Starei per dire che “Soumahoro” non esiste: o esiste più che altro come nome di una ”cosa”, di un’“entità” scientificamente costruita a tavolino dai soliti ambienti politici e mediatici di sinistra.
LA BELLA BANDIERA
Si tratta della ben nota tecnica della creazione delle figurine, cioè di soggetti che servono in quanto entità esponenziali di una campagna, come simboli, come bandiere da far sventolare (di volta in volta: green, immigrazioniste, lgbt, e cosiíia). Se va bene o finché va bene, c’è gloria per tutti. Quando va male, si ammaina la bandiera e se ne tira su un’al tra. Si pensi alla mirabolante ascesa e alla successiva rovinosa caduta del deputato in questione, che allora – quando tutto nacque – deputato non era. Soumahoro fu inventato come icona della lotta contro il caporalato e contro ogni forma di sfruttamento. Fu sparato in copertina da L’Espresso allora diretto da Marco Damilano: prima pagina divisa in due, foto di Soumahoro e foto di Salvini, e titolo disumanizzante (per Salvini), «Uomini e no».
Poi seguirono mesi e mesi di trasmissioni tv in cui Soumahoro veniva letteralmente portato in processione: tra i turiferari piuattivi, c’erano ancora Damilano, Fabio Fazio e Diego Bianchi. Indimenticabile la scenetta in cui (al Festival del giornalismo di Perugia dell’aprile 2019) Bianchi mormorò, mentre scattava un selfie con Damilano e Soumahoro davanti a una platea in visibilio: «La costruzione di una leadership è difficilissima». Cercando in rete, non è mancata nemmeno la “benedizione” di Enrico Letta, che nel 2021 propose a Soumahoro un coinvolgimento nelle fantomatiche «Agorà democratiche».
Era la fase gloriosa di Soumahoro, che fu poi portato in Parlamento da Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, con tanto di ingresso trionfale con ai piedi un paio di stivali sporchi di fango, simbolo delle battaglie combattute a fianco dei più umili. E qui seguì un’altra ondata di ospitate televisive (Fazio su tutti), polemiche in Aula con Giorgia Meloni, una parabola ascendente che pareva inarrestabile. Poi – ahilui – sono venuti i giorni cupi: con le spiacevolissime indagini a carico di suocera e moglie ma soprattutto con una verticale perdita di credibilità politica, abbinata a memorabili gaffes (il diritto all’eleganza teorizzato in tv a favore della moglie).
SCARICATO
E allora che succede? Oplà, di colpo i padrini mediatici lo mollano: Damilano tace, mentre Bianchi lo scarica brutalmente lasciando intendere che Soumahoro aveva incontrato pure il Papa. Come a dire: se lo aveva ritenuto credibile Bergoglio, non potete prendervela con una trasmissione tv... Sic transit gloria mundi: stracciata una figurina, avanti con la prossima. Il resto lo sapete già: oggi l’onorevole stivalato siede nel gruppo misto, non iscritto ad alcuna componente, abbandonato da tutti, e non c’è un cane che lo difenda. Manca solo che chi fino a poco fa lo incensava e lo portava in processione oggi mormori: «Soumahoro chi?».
Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.