I sette nani hanno spazio almeno a Torino. Non è una favola, ma la cruda realtà che ogni tanto spunta fuori nel Belpaese. Proprio ai nani il giro d’Italia glielo stanno preparando su misura: in città la pregiata amministrazione locale a guida Pd ha realizzato una pista ciclabile da Guinness dei primati. Chissà, potrebbe trasformarsi anche in una ghiotta attrazione turistica.
Vedere ma non pedalare, magari con una segnaletica del genere. Reggetevi forte, amanti della riserva stradale tutta dedicata all’amata bicicletta: dalle parti di Corso Umbria si trova una nuova pista ciclabile lunga ben sette metri e mezzo. La lunghezza di un gommone; ma anche di una barca cabinata; su Amazon si trova anche una canna da pesca “bolognese” di quella dimensione. A Torino ci misurano la pista ciclabile.
Giustamente è battezzata come una pista da record, che probabilmente non ha eguali nel pianeta. Non sappiamo se è un omaggio a Greta Thumberg e a quelli come lei, fatto sta che davvero ci meritiamo di diventare ultima generazione se il progresso ecologista contempla di queste follie sconosciute ai più. Manca l’utilità, è assente la bellezza, non c’è nemmeno gusto a fare arrabbiare i ciclisti percorrendola a piedi. Ormai una mania, quella supergreen, che diventa autentico delirio: non si comprendono i motivi di viabilità, che sicuramente ci saranno, ma nulla che possa essere definito necessario.
Quei sette metri e mezzo, settecentocinquanta centimetri, fotografano semplicemente la volontà, la necessità, la dabbenaggine di mostrarsi aperti al nuovo corso “anti automobili” che ormai sta arrivando a livelli quasi comici... Parliamo del nulla elevato a pratica amministrativa; e chissà se nella prole del sindaco Lorusso c’è chi ha voglia di cimentarsi in una gara così lunga.
LAVORI
La mini pista di conio sabaudo per bici è tra corso Umbria e via Livorno, nel quartiere San Donato. Gli operai hanno dovuto dipingerla nelle scorse settimane, nell’ambito del piano per la riqualificazione di corso Umbria, realizzato dal Comune tra gennaio e la scorsa estate, grazie ai fondi del Pon Metro. In questo tratto di corso sorgevano anche 77 aceri, alti quindici metri, che sono stati abbattuti. Ma Greta non lo sa, al loro posto piazzano peri ornamentali... L’assessore Chiara Foglietta saprà come spiegare questa innovazione ai torinesi. Con il progetto di restyling, ai due lati del corso, sono stati rifatti alberate e marciapiedi, con l’inserimento di nuove aiuole e - sulla carta- una doppia ciclabile. Sui social è diventata subito: “La pista ciclabile più corta al mondo”. Una striscia rossa d’asfalto, però nel nulla. Comincia a finisce in un batter d’occhio: neanche la soddisfazione di vedere in quanti secondi la si percorre che è già finita.
UTILITÀ
Chi si trova ad attraversare la strada dove è ubicata è legittimato indubbiamente a chiedersi a che cosa possa servire. E per fortuna c’è anche, in bianco, il simbolo di una bicicletta: un modo nuovo per chiarire i dubbi al passante. Che finalmente scopre che quel tratto in piazzale Umbria, all’incrocio con via Livorno, è proprio una pista ciclabile. Anzi: una mini pista. Quei sette metri di lunghezza si incrociano con un metro e mezzo di larghezza. Siamo al capolavoro. Tutto qui. Ci “aiuta” la descrizione raccolta sul web, che ovviamente si è scatenato con l’ironia; è una breve fetta di strada realizzata con un materiale drenante, delimitata dalle pietre della banchina pedonale e posta sul lato ovest della piazza. Impossibile trovarne altre di simili dimensioni a Torino. E probabilmente nel mondo.
Una che ha girato almeno l’Europa è l’eurodeputata leghista Isabella Tovaglieri, che ha sgranato gli occhi nel vederla e ha vergato su Facebook: «La piccola ciclabile è isolata, non collegata ad altri tratti della pista su entrambi i lati». Bastonando gli amministratori torinesi: «Ecco alcuni primati mondiali di cui faremmo volentieri a meno. Grazie PD; di buono nemmeno le piste ciclabili sapete fare!». Da giorni sui social impazzano battute e cronache più o meno divertire sull’importante realizzazione torinese. Ma finora non si è avvertita uno straccio di reazione dell’amministrazione, una “spiegazione”; nulla di nulla. Tanto tutto passa e poi ci si scorda di quel che avviene. Ma in quella piccolissima striscia chi guarda se lo chiede: è questo il nuovo modo di governare strombazzato per troppi anni? La fantasia dovrà anche andare al potere, ci racconta l’archivio del passato, ma in questo caso si è probabilmente esagerato.