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Kfir, scudo umano ebreo di dieci mesi

di Carlo Nicolato mercoledì 29 novembre 2023

3' di lettura

Lo scudo umano più piccolo e inconsapevole è ancora nelle mani di Hamas. Tra gli ostaggi rilasciati in questi giorni dai terroristi palestinesi non c’è infatti Kfir Bibas, con soli 10 mesi di vita il più giovane degli israeliani rapiti, né c’è suo fratello Ariel, anche lui di appena 4 anni, e tantomeno la madre Shiri e il padre Yarden, rispettivamente di 32 e 24 anni. La famiglia, sostiene l’Idf, sarebbe stata addirittura ceduta a un’altra fazione terroristica palestinese di Gaza, probabilmente il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, e trasferita a Khan Younis, considerato uno dei prossimi obiettivi dell’esercito israeliano. In uno dei tunnel dello stesso centro a sud della Striscia sono tenuti prigionieri decine di israeliani rapiti dal kibbutz Nir Oz, lo stesso della famiglia Bibas. 

«Bambini e neonati di età inferiore a un anno che non vedono la luce da più di cinquanta giorni sono tenuti prigionieri da Hamas, che tratta alcuni di loro come un bottino e in alcuni casi li ha trasferiti ad altre organizzazioni terroristiche in la Striscia di Gaza» ha detto ieri uno dei portavoce dell’Idf, aggiungendo che il trasferimento ad un altro gruppo della famiglia potrebbe ridurre la probabilità che venga rilasciata a breve. 

IL PADRE
Hamas ha dunque deciso che i due piccoli dai capelli rossi possono ancora servire come carne da macello, a difendere inconsapevoli con le loro vite quelle di terroristi codardi senza alcuna traccia di umanità. Il video di Kfir e Ariel in braccio alla madre in lacrime mentre venivano portati via dalle loro case nel kibbutz rimane uno dei più toccanti tra quelli visti dopo l’assalto dei terroristi. Sembra che prima di venire prelevati con la violenza dalla loro casa i due bambini si fossero chiusi insieme al padre armato di pistola in uno sgabuzzino. Di lui non si sa nulla, c’è un video in cui appare circondato dai terroristi con una ferita sanguinante alla testa e per questo si teme sia già morto, forse finito lo stesso 7 ottobre. 

Si suppone anche che i due bambini non siano stati rilasciati proprio per vendetta, in quanto forse il padre avrebbe difeso la famiglia sparando. Pochi giorni dopo il rapimento una cugina di Tel Aviv di nome Yifat aveva rivelato di aver scritto un messaggio a Shiri quella stessa mattina, poco dopo l’allarme rosso per i razzi. «Chiudi le porte, spero che tu stia bene. Puoi venire a Tel Aviv e fare un pigiama party», le aveva scritto. Shiri aveva risposto con un cuoricino e poi più nulla. «Questo è stato il mio peggior incubo», ha detto la cugina. 

«C’è un video completo, puoi vederla molto chiaramente. I bambini sono super silenziosi, non stanno nemmeno piangendo. Non sapevamo se suo marito fosse stato ucciso oppure no, tutto quello che sappiamo è che abbiamo un video di lei viva. È tutto ciò che abbiamo. Speriamo lo sia ancora». I parenti della famiglia Bibas si sono limitati ieri a rilasciare un laconico messaggio dal quale traspare delusione e terrore: «Stiamo vivendo momenti di grande incertezza. La consapevolezza che non avremo l'abbraccio che desideravamo ci lascia senza parole». 

GLI ALTRI
Oltre a Kfir e Ariel, di gran lunga i più piccoli, nelle mani di Hamas rimangono ancora 7 adolescenti. La più giovane è Gali Tarshansky, 13 anni, prelevata dal kibbutz Be’eri, uno di quelli distrutti dai macellai di Hamas. Quando i terroristi sono entrati nella loro casa hanno ammazzato il fratello 15enne dal quale Gali non si separava mai. La ragazza è stata catturata mentre con il padre tentava di scappare dalla finestra. Il padre invece ce l’ha fatta.

Poi c’è Amit Shani, 16 anni, l’unico rapito di una famiglia intera, anche se sembra che la madre avesse implorato i terroristi di prendere lei al posto suo. Quindi Ofir Engel, 18 anni, doppia cittadinanza israeliana e olandese, era in visita alla sua fidanzata al Be’eri. La ragazza per fortuna non è stata rapita. Poi Maya Leimberg, 17 anni, rapita insieme a tutta la sua famiglia di 5 persone. Così come Aisha Zaidna, 17 anni, peraltro araba e il cui padre faceva lo stalliere nel kibbutz Holit. Risultano ancora nelle mani di Hamas anche Liam Or, 18 anni, e Itay Regev, 18 anni, la cui sorella Maya è stata rilasciata nelle scorse ore.

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