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Calessi: Incontro a Roma con Grillo: si muovono gli anti-Conte

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Elisa Calessi
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La data ancora non c’è. Ma l’obiettivo è chiaro: organizzare il fronte che sta con Beppe Grillo e reagire alla “contizzazione” del Movimento. I nomi dei partecipanti stanno aumentando di ora in ora. L’idea è di ritrovarsi a metà settembre, a Roma, per definire una strategia in vista dell’assemblea costituente del M5S, quella convocata da Giuseppe Conte per ottobre. Il nucleo da cui è partita l’idea è quello degli ex parlamentari, alcuni volti storici del Movimento, che alcune settimane fa hanno firmato una lettera durissima nei confronti dell’ex premier e attuale presidente del M5S, accusato di “ingratitudine”, di aver causato il tracollo del Movimento e di volerlo snaturare.

Non è escluso che all’incontro sia presente anche il garante e fondatore del Movimento, decisamente contrario alle mosse che la sua creatura sta facendo. Come ha spiegato all’AdnKronos uno dei promotori, il senso dell’incontro è «fermare la deriva che si sta prendendo con un Movimento che ha smarrito la propria identità per diventare sempre più partito personale: un processo che va stoppato e al più presto». La lettera, resa pubblica lo scorso 7 agosto, era firmata da ex deputati e senatori pentastellati, tra cui Nicola Morra, Elio Lannutti e Alessio Villarosa. Tra i firmatari anche Rosa Silvana Abate, Ehm Yana Chiara, Jessica Costanzo, Emanuele Dessì, Michele Sodano, Simona Suriano, Raffaele Trano e Andrea Vallascas. Ma il fronte, si dice, si sta allargando. Si tratta, continua la stessa fonte, di «difendere i principi per cui è nato il Movimento e non infangare tutto il lavoro fatto in questi anni». In ogni caso è probabile che Grillo torni a pronunciarsi anche prima dell’incontro. Quello che è certo è che, nelle retrovie del Movimento, il clima ribolle. Anche se eletti, vertici, dirigenti, ma anche buona parte della base, stanno saldamente con Conte. Per la ragione che spiegava, ieri, l’avvocato Lorenzo Borré, noto per aver difeso agli inizi molti espulsi del M5S: «Chi se ne doveva andare, se n’è andato. Ormai quello che viene denominato Movimento 5 Stelle oggi è sostanzialmente il partito di Conte e dei contiani, Grillo ha un seguito residuale».

A tal punto che, se anche, per statuto, Grillo potrebbe destituire Conte o mettere in discussione una eventuale votazione dell’assemblea, difficilmente lo farà. Perché «non ha un seguito. Le scissioni già ci sono state. L’allontanamento degli elettori già c’è stato». Le voci critiche arrivano quasi tutte da fuori. Come quella di Sergio Battelli, ex parlamentare M5S, che ieri ironizzava sui travagli del Movimento, lanciando su Instagram le sue «proposte ricostituenti». Tra queste, «sostituire la parole “Presidente”' con “Imperatore Stellato”. Stabilire un minimo di mandati, da 4 in su. Sostituire le parole “democrazia diretta” con “Decide l'Imperatore stellato”. Il nome passerà da Movimento 5 stelle a Movimento 3 Carte: sei progressista sei vai alla festa dell’Unità, sei Trumpiano se parli di Stati Uniti, Pacifista con brand Pace per le europeee anche un po’ di destra quando devi piazzare gente e ti servono i voti». Ma ci sono alcune eccezioni. Una di queste è Mariolina Castellone, vicepresidente del Senato e già capogruppo, che su Facebook si è schierata a difesa di Grillo e dei «tre pilastri imprescindibili» indicati dal Garante: la regola del secondo mandato, il simbolo e il nome. Scrive Castellone: «La nostra storia vale più di un volto noto al secondo mandato, non è accettabile che si apra una costituente per rilanciare il MoVimento 5 Stelle, e alla fine si esca come la brutta copia di un qualunque altro partito». Quindi si è rivolta agli «attivisti», agli «amici e colleghi portavoce», osservando che «dalle risposte scomposte, aggressive alla lettera di Beppe ho purtroppo percepito che il vero obiettivo di questo processo che stiamo affrontando sia in realtà quello di fare definitivamente quel salto di specie che ci trasformerà in qualcos’altro», ossia «un qualche tipo di mostro». La strategia è «abbattere l’ultimo argine di resistenza, che è rappresentato dal nostro Garante, e con lui da quei pochi che non si sono mai piegati al volere del capo di turno». In sostanza, accusa, «si sta mettendo in atto un vero e proprio “grillicidio”; con una violenza che mi ha profondamente turbata, sia nel metodo usato che nel merito delle questioni sollevate. La tecnica è quella “bullesca” che abbiamo sempre stigmatizzato e condannato quando veniva esercitata da altri che volevano emarginare e isolare qualcuno». Chiosa: «Ritengo surreali, ingiusti e ingrati gli attacchi al nostro Garante, che invece andrebbe sempre e solo ringraziato». Segno che la resistenza pro-Grillo è pronta a organizzarsi.

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