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Gibelli spinge la moneta alternativa: "Funzionerà come i buoni pasto"

Il leghista: "L'idea di macroregione del Nord è nostra, la formulò già Miglio nel 1994. La valuta complementare all'euro? Il Lombard non costerebbe niente..."

Giulio Bucchi
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di Matteo Pandini «Macché competizione con Formigoni». Andrea Gibelli, vicegovernatore lombardo e leghista doc, parla di macroregione del Nord: «Il padre nobile di questa idea fu Miglio, già nel lontano 1994. Sulla paternità politica non ci sono dubbi. La posizione della Lega è stata addirittura profetica. Ora se ne sono accorti anche Pd e Pdl, che però ne parlano in modo tattico. Noi ne discutiamo in modo strategico». Non è che Formigoni voglia solo spostare l'attenzione dall'assalto giudiziario e approfittare delle vostre difficoltà? «I sondaggi dimostrano che in poche settimane la Lega è tra il 7 e l'8%, la stessa percentuale che avevamo nel 2008 e il doppio di quelle ottenuta alle Politiche del 2001». Quella della macroregione non si rivelerà solo una sparata estiva?  «È più semplice di quello che può sembrare. Ci sono gli strumenti per definire l'assetto macroregionale, a partire da un tavolo istituzionale tra regioni per allineare progetti costituzionali e istituzionali». Da cosa partireste? «Si tratta di definire i rapporti rispetto agli strumenti della Costituzione. Mi riferisco all'articolo 132 che permette la fusione tra Regioni». Formigoni vorrebbe la fusione delle Regioni in un unico macrosoggetto. La Lega pare più interessata a mantenere le identità dei singoli territori. È corretto? «È esattamente così. Tutto dovrà passare da un tavolo. L'articolo 132 può essere emendato con l'iniziativa di più Regioni, in modo da avere autonomie all'interno di un confine unico. Un po' come avviene nel Trentino Alto Adige: un'unica regione con due province autonome al suo interno».  In concreto, cosa cambierebbe per i cittadini con la macroregione? «Sarebbe difficile dire di no a una massa critica formata da 25-30 milioni di persone. Più Roma è aggressiva, più obbliga le Regioni a mettersi insieme». In Lombardia state pensando a una moneta complementare all'euro. Con la macroregione che fine farà? «Ci sarebbe un circuito di libere monete».  Con quali benefici? «Non costa e non è un'alternativa all'euro. Chi emette credito, le emette a interesse. La moneta complementare sarebbe emessa a prezzo irrisorio. L'euro invece ha tre costi: assicurativo, di produzione e d'interesse...». Come lo spieghiamo alla zia Maria? «La moneta complementare, che chiamiamo Lombard, finirebbe in un circuito volontaristico». Come i buoni pasto? «È la stessa cosa. O i punti Millemiglia...». Moneta e macroregione: che tempi vi date? «Le due cose non vanno di pari passo. Sul Lombard abbiamo finito la rendicontazione scientifica. Da settembre partirà la fase progettuale». Avete dei modelli? «C'è una moneta complementare in Svizzera, il Wir, che viene utilizzata da circa 70mila imprese. Ma è significativo che esperimenti di questo tipo ci siano nei due paesi più europeisti. Parlo di Francia e Germania. Il modello Nantes è su un'area di 600mila abitanti. Il sindaco che aveva cominciato a sperimentarlo, Jean Marc Ayrault, è il nuovo primo ministro francese. Ci sono prove di moneta complementare anche in Baviera». E i tempi della macroregione? «Da settembre ci sarà il banco di prova per capire la reale disponibilità del Pdl». Maroni ha suggerito a Formigoni di fare un Partito dei Lombardi per allearsi con la Lega sul modello-Verona. «I progetti devono avere coerenza politica. Noi diciamo “Prima il Nord”. Nel Pdl hanno dimostrato differenti opinioni. Quello del Nord crede nel federalismo, mentre quello di Alfano e del Sud ha preso il federalismo come questione di opportunità per arrivare al 51%. Noi leghisti stiamo anche pensando agli stati generali del Nord di fine settembre. Sarà l'occasione per fare il punto sulla questione settentrionale».

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