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Prima l'attacco, poi l'invito di BerlusconiMonti ora tace e si fa i conti

Mario Monti

Il presidente dimissionario non prende posizione nemmeno dopo le parole del Cav. Ma sta preparando la sua discesa in campo, e come Silvio osserva i sondaggi

Lucia Esposito
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Mario Monti formalmente non si sbilancia Ancora marted'ì 11 dicembre durante la sua intervista a Unomattina sulla Rai, si è detto stupito per il grande interesse che gli italiani hanno nei confronti di una persona anziana. La verità è che il premier-professore, arrivato a Palazzo Chigi da tecnico ha imparato presto (e bene) le regole della politica e, prima di scoprire le sue carte, vuole capire. Vuole capire se la sua sempre più probabile discesa in campo può avere un impatto nel panorama politico, se è in grado di infastidire seriamente Bersani e i suoi oppositori. Ed sarebbe questo il motivo per cui non si è ancora sbilanciato, nemmeno dopo l'offerta di Berlusconi, che lo ha invitato a porsi alla guida dei moderati per battere la sinistra In realtà questo attendismo è più apparente che sostenziale perché il Professore in realtà sta facendo molto: nei giorni scorsi ha incontrato Gianni Alemanno e Giuseppe Fioroni e poi avrebbe contattato - secondo un retroscena della Stampa -  il professore Roberto D'Alimonte, uno dei massimi esperti un flussi elettorali. I calcoli pre-elettorali  I due si sono visti a Palazzo Chigi e il prof è stato quotato, senza candidato in campo al 15% con la quasi certezza di superare l'otto per cento in tutte le Regioni e dunque eleggendo diversi senatori.  Il punto è capire come deve muoversi, uno degli scenari potrebbe essere quello di restarsene a Palazzo Chigi punzecchiando Berlusconi quando il Pdl si mette di traverso, fare un endorsement per i centristi oppure scendere in campo tout court: rivolgersi agli italiani dicendo loro che la contuità governativa darebbe la possibilità di raccogliere i frutti dei sacrifici fatti finora. L'intervista di Monti a Franco di Mare sempre deporre proprio per quest'ultima ipotesi: il premier, parlando dell'aneddoto del nipote di fatto ha inaugurato la campagna elettorale. Il Prof deve decidere e in fretta - Ora però il Prof deve decidere da che parte stare, e l'accelerata imposta dal "blitz" del Cavaliere gli concede tempi ancora più stretti. Perchè dopo l'invito esplicito del Cavaliere il cerino in mano resta a Monti. Se vuole accettare l'investitura a premier per una coalizione di centrodestra deve scegliere e anche in fretta. Dopo l'uscita di Berlusconi però il professore resta in silenzio e forse fa i calcoli. E' combattuto il Prof. Oscilla fra una voglia irrefrenabile di entrare in campagna elttorale e quella di tirarsi indietro. Altrimenti non si spiega questa altalena fra silenzio e critica al Cavaliere. Solo stamattina aveva attaccato Berlusconi in maniera diretta: "Sulle riforme c'era tanto da fare. Il precedente governo alcune le aveva iniziate. Ma c'era ancora tantissimo da fare. Qualcuno fa notare che gli effetti di questa mia azione di riforma stentano a vedersi. Anzi che la situazione è peggiorata negli ultimi mesi e quindi che le riforme non hanno funzionato. A mio avviso sarebbe necessaria una maggiore prudenza nel dare questi giudizi, questo non perché eventuali destinatari, cioè il governo, possano rammaricarsi, ma perchè le riforme hanno bisogno di tempo per dispiegare i propri benefici mentre i costi ad esse associate che sono purtroppo ineludibili". Per questa ragione "chiunque si accinga a governare l'Italia dovrebbe fare un'analisi molto attenta della parte in cui si trovano certe riforme strutturali che sono state avviate e non concluse o un po' depauperate in sede di vaglio da parte delle parti sociali e del Parlamento"

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