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Riforme, vertice Renzi-Napolitano

Ignazio Stagno
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Matteo Renzi e Giorgio Napolitano si sono incontrati oggi al Quirinale. Al centro del vertice il piano per le riforme. Il premier sa bene che sul Senato e sull'Italicum si gioca la faccia e la poltrona di palazzo Chigi e così in vista del voto del 25 maggio adotta una nuova strategia per la campagna elettorale: muro contro muro (via Boschi) col Cav e la promessa di portare a casa la riforma del Senato e quella elettorale. E' per questo che oltre all'incontro con Napolitano Renzi prova ad allargare il tavolo ripescando con un seminario guidato dalla fedelissima Boschi, pure quei professoroni, da Rodotà a Zagrebelsky, che tanto hanno irritato il governo proprio per le critiche alla bozza su palazzo Madama. Insomma Renzi cambia strategia, ora non è più il Cav il suo interlocutore principale. Il premier guarda a sinistra per tenersi il partito tra le mani. Un partito che nell'ala bersaniana e civatiana è pronto all'imboscata se Renzi non dovesse cambiare idea. Da parte sua la Boschi sulle alleanze per le riforme è stata chiarissima: "Noi andiamo avanti anche senza Forza Italia".   Il fuorionda di Re Giorgio con Renzi: "Matteo devo parlarti..." Guarda il video su Liberotv     Il fuori programma - Di ritorno dal Quirinale dove per circa un'ora e un quarto ha incontrato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Matteo Renzi si è concesso un breve fuori programma di fronte a Palazzo Chigi dove si è 'immerso' in un gruppo di turisti e curiosi che stazionava di fronte alla sede del governo. Il premier si è concesso agli scatti delle macchine fotografiche e dei telefonini e ha scambiato qualche battuta con i turisti. Il fuori programma, al quale Renzi si è prestato elargendo sorrisi e strette di mano, si è protratto per qualche minuto al punto tale che il presidente del Consiglio ha detto con un'espressione fiorentina, "ora si va altrimenti quand'è che si lavora!". Verso il voto - Così, fiutata l'aria di tempesta, Napolitano ha deciso di convocare il premier al Quirinale. I due avranno parlato certamente delle riforme, ma qualcuno avanza l'ipotesi di un piano segreto di Re Giorgio (concordato con Matteo) per andare al voto subito dopo le europee. La prima finestra utile è quella di ottobre 2014.  Ma col semstre europeo in corso il capo dello Stato potrebbe fare di tutto per non regalare una campagna elettorale in piena vetrina europea. Così spunta l'ipotesi della primavera 2015. L'obiettivo è chiaro. Il Colle potrebbe dare un assist a Renzi che si presenterebbe alle urne senza il pesante fardello dei tagli della spending review previsti per il 2015. In più il nuovo parlamento potrebbe eleggere il successore di Re Giorgio senza dover contare sul voto determinante degli alleati di maggioranza. Il piano del Colle però prevede un successo di Renzi. Ma se parte la campagna elettorale per le politiche col Cav in campo e libero dai servizi sociali, l'esito è tutt'altro che scontato. E Renzi rischia l'effetto boomerang. Chieda a Bersani che ne sa qualcosa..

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