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Legge di Stabilità, Matteo Renzi: "18 miliardi di tasse in meno"

Andrea Tempestini
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Iniziato con cinque ore di ritardo, il Consiglio dei ministri che ha varato la Legge di Stabilità 2015 si è concluso in poco più di un'ora, alle 21.30. Matteo Renzi, in conferenza stampa, ha presentato con le consuete slide (che si inceppano, una buona occasione per un piccolo show) la misure adottate dal governo. Per prima cosa, il premier annuncia in pompa magna che arriveranno "18 miliardi di tasse in meno, la differenza tra la manovra del 2014 e quella del 2015". La manovra in totale, come indicavano le ultime indiscrezioni, vale 36 miliardi, 6 in più rispetto ai 30 inizialmente annunciati. "Ci saranno 36 miliardi di entrate e 36 miliardi di uscite - promette il premier -. Passeremo dal 2,2 al 2,9 di deficit". Quindi, rivolgendosi all'Europa spiega che "faremo battaglie" e poi aggiunge che "saranno 15 i miliardi di spending review e ci sarà una grande battaglia contro l'evasione fiscale". Tra una faccina e l'altra, tra una battuta e una freddura, tra smorfie e risate, il premier poi snocciolato i punti della Legge di Stabilità. Le entrate - Come detto, secondo le previsioni le coperture arriveranno per 15 miliardi dalla spending review (cifre però sempre ballerine, basta chiede ai governi precedenti). I tagli colpiranno le regioni per 4 miliardi, per 1,2 miliardi i comuni e per 1 miliardo le Province. Altre cifre ballerine sono quelle previste dalla lotta all'evasione fiscale, dalla quale si conta in via "prudenziale" di recuperare 3,8 miliardi di euro (ma anche in questo caso, si chieda per esempio a Vincenzo Visco, le previsioni sulla lotta all'evasione, spesso, sono tutt'altro che centrate). Altre entrate dovrebbero arrivare per 11 miliardi dal deficit. Si tratta di gran parte del tesoretto, dunque, che dovrebbe arrivare grazie ai margini di flessibilità già contenuti nelle regole Ue, e soprattutto grazie all'ipotetico passaggio del deficit dal 2,2 al 2,9. Inoltre la stima comprende quei sei miliardi risparmiati sugli interessi sul debito grazie al calo dello spreda, un altro risparmio che, insomma, non  ha nulla di certo (si pensi a cosa è successo proprio poche ore fa sui mercati di tutta Europa, travolti da una nuova "crisi greca"). Altri 3,6 miliardi arriveranno dalle rendite finanziarie ("le fondazioni bancarie avranno una tassazione meno conveniente, così come i fondi pensione", ha spiegato) e per un miliardo dalla tassa sulle slot machine (resta il mistero sui 600 milioni di euro che Renzi promette di recuperare dal promesso ampliamento della banda larga). Di sicuro, insomma, per ora ci sono le nuove tasse. Le uscite - Per quel che riguarda le spese, viene confermato il bonus degli 80 euro per un totale di 9,5 miliardi. Bonus confermato, esulta Renzi, "alla faccia di quelli che dicevano che non ce l'avremmo fatta, anche se avremmo sperato di arrivare a 10 miliardi". Dal 2015, inoltre, non si pagherà più la componente lavoro dell'Irap, e le aziende non pagheranno i contributi per i neoassunti "per un risparmio totale di 5 miliardi per gli imprenditori", stima il premier. Che aggiunge: "Le aziende ora non hanno più scuse per non assumere". Quindi il presidente del Consiglio parla di "una novità, una notizia, non anticipata dai giornali: ci saranno ottocento milioni di sgravi per le partite Iva, per chi ha un basso livello di reddito". Viene inoltre confermata la possibilità di avere per due anni il Tfr in busta paga, "per chi vorrà". Patto di stabilità - La legge di Stabilità, infine, prevede anche 1 miliardo di euro per alleggerire i paletti del Patto di stabilità per i Comuni. "In soldoni - spiega il premier - i Comuni avranno il 70% di spazio in più". E ancora: "Mi piacerebbe essere un sindaco con questa legge". Di nuovo, la scelta di destinare 250 milioni di euro per subentrare ai comuni agli Enti locali nella spesa per gli uffici giudiziari sul territorio. Nella legge di Stabilità 2015 anche "150 milioni di euro per Roma e Milano". Renzi ha spiegato che si tratta di "extra costi di Roma capitale" e del finanziamento di interventi per l'Expo di Milano 2015. Per ultimo altri 100 milioni di euro che serviranno "a garanzia del Tfr. Così chi vorrà usufruirne lo potrà fare", e 1,2 alla voce cofinanziamenti di fondi europei.

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