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Matteo Renzi con la mimetica in Afganistan, la lettera della madre di un militare morto: "La mimetica non è un gioco"

Lucia Esposito
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Un dolore che non trova pace. Un dolore che resta sulla pelle come una ferita che non si chiude.  Annarita Lo Mastro aveva un figlio di 28 anni, si chiamava David Tobini ed era caporalmaggiore del 183esimo reggimento paracadutisti "Nembo" di Pistoia. David è partito per l'Afganistan e il 25 luglio del 2011 e non è più tornato a casa. David è stato ucciso, è morto mentre combatteva.  Indossava la tuta mimetica. La stessa che ieri sfoggiava con nonchalance Matteo Renzi quando, dopo lo smacco elettorale è andato in Afganistan a parlare ai nostri militari. Annarita non ha retto. Non è riuscita a sopportare la vista del premier che indossava la divisa come fosse un soldato. Quel dolore le è esploso dentro dirompente. Ha preso carta e penna e ha scritto una lettera al premier. Usa parole forti come il suo dolore per esprimere la sua rabbia contro il premier che non ha voluto mai riceverla preferendole "una squadra di pallavoliste". Ma l'attacco più duro è proprio quello sulla mimentica. "Caro presidente, scrive, la mimetica non è un gioco. Non la si può indossare se non  la sai portare. Tutto ciò glielo dice una madre che perso un figlio per un dovere dettato dalle istituzioni italiane e non permetterà che tali istituzioni traggano profitto seppur soltanto in termini di visibilità mediatica da quel sangue perché i nostri figli vivi o morti non sono un  baratto politico". Di seguito la lettera che ha scritto Annarita Lo Mastro.  Caro Presidente! Mi permetta tale confidenza perché oggi in questo periodo di celebrazioni e ricorrenze, leggo del suo viaggio particolare. Leggo che a distanza di anni, fatalità, oggi ricorda l'Afghanistan e i suoi caduti. Lei che trasmette forza a chi come noi e loro hanno subito tante umiliazioni e tante trascuratezze. Sono Annarita, Presidente, quella madre che non ha mai voluto incontrare, preferendola a una squadra di pallavoliste. Quella madre di cui non ebbe mai una parola di sconforto e conforto. Sono quella madre, Presidente, che l'anno scorso era davanti al suo palco per guardarla da lontano perché solo da lontano potevo guardarla in quella parata militare del 2 giugno che presidio da sempre … fin dai tempi “verdi”. Perché solo oggi, Lei porge questi Onori? Presidente, quel “sangue” meritava e merita più rispetto, come rispetto meritano le forze dell'ordine e chi è sopravvissuto perdendoli. Il rispetto alle Forze Armate va tutti i giorni, perché loro sfilano tutti i sacrosanti giorni, rischiando la vita in cambio di noncuranza. Mi sembra che ci stiamo lavando la coscienza laddove possiamo trarne vantaggio. La mimetica non è un gioco. Non la si può indossare se non la si sa portare. Tutto ciò glielo dice una madre che ha perso un figlio per un dovere dettato dalle Istituzioni italiane e non permetterà che tali Istituzioni traggano profitto – se pur soltanto in termini di visibilità mediatica - da quel Sangue, perché i nostri figli Vivi o Morti non sono un baratto politico. Vorrei dire al presidente che immaginando di sforzarmi sulle sue benevole intenzioni gli suggerirei prima di fare sermoni sul sacrificio a quei ragazzi, dovrebbe MANGIARE COME LORO, DORMIRE COME LORO, VIAGGIARE COME LORO. Il sacrificio prima di essere decantato va "gustato"... così come il coraggio. Annarita Lo Mastro"

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