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Senato, Pietro Grasso ammette 19 votazioni segrete per il Ddl Boschi

Giovanni Ruggiero
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La strada per l'approvazione del Ddl Boschi sulla riforma del Senato si fa sempre più infestata di trappole per Matteo Renzi e il suo governo. E le più grosse preoccupazioni arrivano direttamente dal Presidente dell'aula, Pietro Grasso, dopo che l'ex magistrato ha falcidiato i 72 milioni di emendamenti proposti dal leghista Roberto Calderoli. Un apparente favore per il proseguimento dei lavori in Senato, ma un precedente che da più parti dell'opposizione, come Romani di Forza Italia, è stato letto come un "precedente pericoloso", anche per Renzi. Grasso ha usato i poteri che li conferisce il regolamento dell'aula e sembra avere intenzione di usarli proprio tutti. Il premier si è detto sereno, che nel suo gergo è parola sempre da contestualizzare. E infatti proprio sereno Renzi non dovrebbe restare, visto che Grasso ha ammesso oggi ben 19 votazioni segrete per le prossime due settimane di votazioni sul Ddl Boschi. Saranno 19 occasioni non solo per le forze di opposizione, ma anche per la minoranza Dem di mettere in seria difficoltà Renzi, appoggiato soprattutto in Senato su numeri sempre più ballerini. E salgono così anche le quotazioni di Denis Verdini, accorso in aiuto del Presidente del Consiglio con una nutrita pattuglia di senatori transfughi dal centrodestra. La salvezza - Le ben 19 votazioni segrete all'art. 1 del ddl Boschi ammesse dal presidente Grasso potrebbero però essere spazzate via dall'emendamento Pd, a firma Cociancich. Se votato e approvato farebbe decadere la maggior parte gli emendamenti ammessi e di conseguenza anche di quelli per i quali è stato accordato il voto segreto.

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