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Violante, legittimo rivolgersi alla Consulta

Luciano Violante

L'ex presidente della Camera,giurista democratico: abbiamo il dovere di ascoltare le ragioni dell'accusato

Lucia Esposito
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Eccola, un'altra insospettabile colomba del Pd. E' l'ex presidente della Camera Luciano Violante che in un'intervista al Corriere della Sera sostiene che è legittimo "rivolgersi alla Consulta". "Ci sono almeno due irragionevolezze  nell'ultima presa di posizione del Pdl. Si minaccia la crisi per il  voto del Pd prima ancora che la Giunta si sia riunita, che il relatore  abbia parlato, che i voti siano stati espressi. E poi se il governo  cadesse, la Giunta comunque si riunirebbe e deciderebbe; Silvio   Berlusconi potrebbe non essere candidato e perderebbe, in base al   Codice penale, anche i diritti politici. Inoltre, se si andasse a  elezioni e se il Pdl vincesse con questa legge elettorale tanto alla   Camera quanto al Senato, che cosa farebbe? Cambierebbe subito la legge  Severino e il Codice penale per sciogliere di nuovo le Camere e avere   Berlusconi candidato? Ma il Paese che fine fa?". Sono gli   interrogativi che l'ex presidente della Camera Luciano Violante avanza  in un'intervista al "Corriere della Sera".   Diritto e dovere -  “Noi  - aggiunge riferendosi alla posizione del Pd - siamo   legalitari e la legalità comprende il diritto di difesa che va   pienamente garantito, in questo come in qualsiasi altro caso". Allo  stesso tempo, "Berlusconi deve spiegare alla Giunta perchè a suo   avviso la legge Severino non si applica. E i membri della Giunta hanno  il dovere di ascoltare e valutare la sua difesa”. L'organo del Senato  "se ritenesse che ci fossero i presupposti, potrebbe sollevare   l'eccezione davanti alla Corte. Ma questa - fa osservare Violante- non  sarebbe una dilazione: sarebbe l'applicazione della Costituzione". Sul possibile ricorso del Pdl anche alla Corte europea, Violante  spiega che “la Corte di Lussemburgo potrebbe essere interpellata   perchP dica se in base alla normativa europea, applicabile anche in   Italia, la legge Severino dà luogo a pena, non retroattiva, o a un   semplice effetto sulla condanna”.

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