Riforma elettorale, sì alla terza fiducia al Rosatellum. A breve il voto segreto: il pallottoliere
Sul Rosatellum, tra manifestazioni e proteste, si arriva al voto finale. Ci si arriva dopo un l'approvazione di un altro sistema di voto, l'Italicum, strettamente legato alla riforma costituzionale travolta dal referendum del 4 dicembre, mai utilizzato, e alla fine bocciato dalla Corte costituzionale. A Montecitorio è arrivato l'ok alla terza fiducia nella mattinata di giovedì: 309 sì, 87 no e 6 astenuti. Ora, occhi puntati sui franchi tiratori e mano al pallottoliere: già nel pomeriggio i deputati saranno chiamati ad esprimersi con voto segreto per il definitivo via libera alle legge elettorale. Il voto segreto sarà chiesto dai contrari alla legge: bastano 30 cifre. La speranza di chi si oppone è che la riforma venga affondata e che, dunque, Gentiloni sia messo all'angolo. La crisi di governo, nel caso, sarebbe uno scenario plausibile. Sulla carta lo schieramento che sostiene alla luce del sole il Rosatellum non dovrebbe avere grossi problemi: complessivamente, il fronte del "sì" dovrebbe raggiungere quota 441 voti, oltre il 70 per cento dei componenti della Camera. Una cifra che si ottiene sommando i 283 deputati del Pd, i 50 di Forza Italia, i 23 di Area popolare, i 19 della Lega, i 14 di Civici ed Innovatori, i 6 delle Minoranze linguistiche, i 17 di Scelta Civica-Ala, i 12 di Centro democratico, gli 11 di Direzione Italia, i 6 dell'Udc e i 4 del Psi. Da questo calcolo bisogna togliere i 3 del Pd che hanno già detto che voteranno no: Rosy Bindi, il prodiano Franco Monaco e il lettiano Marco Meloni. Ma, come insegna la storia parlamentare, nel segreto dell'urna tutto è possibile. Ecco dunque il pallottoliere relativo al fronte del "no". Si sommano i 13 voti di Mdp, gli 11 di Fratelli d'Italia, gli 88 del Movimenti Cinque Stelle, i 17 di Sinistra italiana e i 5 di Alternativa libera, per un esiguo totale di 164 voti. A questi si potrebbero però aggiungere alcuni deputatid el Gruppo Misto, le cui intenzioni restano sconosciute. Per affondare la riforma, insomma, servirebbero circa 120-127 franchi tiratori. Una cifra altissima, che però non rassicura Montecitorio. Il precedente dei 101 "fucilatori" di Romano Prodi al Colle è ancora storia recentissima.